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Il mancato salto di qualità di Rafa Leao
L’attaccante esterno portoghese attraversa un periodo non felicissimo e ci si domanda sempre più spesso quale sia il suo status.
Rafael Leao non segna da più di 1 mese il che porta a interrogarsi su quanto sia effettivamente decisivo per il Milan. Ci si aspetta quest’anno il salto di qualità dall’ex Lille: Leao è la stella della squadra, i compagni si rendono tutti meglio quando si accende lui e calano quando si spegne lui.
Periodo negativo
Dal punto di vista calcistico Leao non è più un ragazzino, compirà 25 anni il prossimo giugno, è arrivato il momento di capire se e come può fare il passo successivo. A Parigi la sfida contro Mbappé è stata impietosa, ma nessuno poteva – e doveva – aspettarsi che Rafa giocasse alla pari con un fenomeno certificato ormai da tempo. Sarebbe bastata una via di mezzo, cioè dimostrare di aver intrapreso la strada giusta per diventarlo. Spesso, però, le grandi partite che coinvolgono il portoghese scivolano via senza che lui lasci il segno. Leao non segna un gol dalla gara contro l’Hellas Verona del 23 settembre e questo è solo parte del problema. La questione riguarda più la capacità di essere un leader. A inizio stagione aveva assicurato di sentirsi pronto ma il percorso racconta una storia diversa.
Il sostegno
Per aiutarlo, si fa per dire, il Milan gli ha dato tutto quello che poteva: ingaggio top della rosa, “assistenza psicologica dedicata” (nel senso che Ibra, Maldini e Pioli gli sono sempre stati molto vicini), aiuto notevole nella risoluzione delle questioni legali, maglia numero 10 e, infine, status di vice capitano.
Fermo
Ronaldinho ha fatto sapere che Rafa lo incanta mentre Pioli lo coccola e lo difende dagli attacchi mediatici di Sacchi, eppure l’ex Lille sembra non riuscire a esprimersi appieno. Oppure, guardando la cosa da un’altra prospettiva, progredisce lentamente proprio perché è bloccato in quella zona di comfort. È come se dopo il rinnovo, una trattativa molto faticosa, Rafa si fosse fermato sostiene la Gazzetta dello Sport. Pioli insiste da tempo sull’attaccare lo spazio per intervenire maggiormente nelle zone pericolose; proprio quello che è mancato a Parigi sull’occasionissima di Pulisic. Il suo bottino stagionale è di 3 gol in 12 presenze, ovvero una media di un gol ogni 306 minuti. Una media che non fa onore a un giocatore protetto da una clausola da 175 milioni.
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