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Nogara: “Ecco in cosa ha sbagliato Maignan contro Bologna e Frosinone, la croce iberica è efficace nell’uno contro uno”

Mike Maignan

Il preparatore dei portieri Alberto Nogara descrive minuziosamente in cosa consiste la postura che usa il francese.

MilanNews ha intervistato Alberto Nogara che ha spiegato secondo lui dove Mike Maignan non è stato perfetto negli ultimi due goal subiti sul suo palo. “Sbaglia nella tecnica individuale sia contro il Bologna che contro il Frosinone. L’esecuzione del gesto tecnico nella parata tra i pali ha in se alcuni elementi di base che per la loro peculiarità non si possano assolutamente sbagliare. Reattività, spostamenti, tecnica individuale e gestione della porta sono cardini fondamentali che devono essere sempre eseguiti perfettamente”.

Mike Peterson Maignan
Mike Peterson Maignan

L’analisi

Nella partita con il Bologna la scarsa reattività di esecuzione focalizzata nella divaricazione dell’arco inferiore, che definisce lo spazio di adiacenza tra ginocchio basso e tallone e che deve essere della giusta misura per non far passare il pallone, fa si che la palla passi in mezzo alle gambe. Nella partita contro il Frosinone, il focus di errore sta nella gestione della gamba in estensione laterale, dove la stessa deve garantire uno spazio di copertura laterale nelle traiettorie basse oltre la figura, il tutto supportato dalla mano corrispondente. La non chiusura del triangolo formato da gamba, piede e mano, lato debole della “croce iberica”, su una palla leggermente rimbalzante fa sì che il pallone passi sopra l’arto esteso che non è sufficientemente protetto dalla relativa mano“.

La posizione della croce iberica

Se eseguita correttamente può essere usata nei tiri ravvicinati e nei tiri in diagonale stretta, dove a causa dei tempi reattivi e di esecuzione ridotti, per effettuare altri gesti tecnici, come ad esempio il tuffo, porterebbero un risultato non sufficientemente efficace. Inoltre, la “croce iberica” è molto efficiente nell’uno contro uno, nelle situazioni molto ravvicinate, dove il portiere non ha i tempi realizzativi per eseguire il classico gesto di “attacco palla”. Quel timing che è dettato dalla distanza relativa al possesso o non possesso ravvicinato della palla in fase di controllo del giocatore avversario (palla tra i piedi o palla allungata in corsa)“.


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