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Milan, Sacchi ricorda: “Eravamo un colossal! Ecco cosa manca in Italia”

Arrigo Sacchi

Arrigo Sacchi ha ricordato con amore il suo Milan, affermando che insieme ai suoi giocatori diede vita a un vero e proprio colossal.

Il nome di Arrigo Sacchi nelle ultime ore è stato decisamente molto chiacchierato. Questo in seguito alle dichiarazioni dello stesso ex allenatore del Milan sull’Inter e di come – a suo dire – sia sleale vincere producendo debiti. In tanti non hanno perso occasione per rispondere al Profeta di Fusignano, chi in modo pacifico e chi con toni più accesi. Per sacchi però parla la storia e il valore dei trionfi che è stato capace di portare in Italia, i quali vanno oltre quelli strettamente sportivi e legati alle due Champions e alle due Intercontinentali vinte.

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi

Il Milan di Sacchi era un colossal

Arrigo Sacchi, intervistato da Il Giornale, ha ricordato con emozione e trasporto il suo Milan, quello delle Coppe dei Campioni, delle due Supercoppe Uefa e delle due Intercontinentali. Vittorie che hanno iscritto di diritto il suo undici nella storia del calcio. Il Profeta di Fusignano ricorda infatti che “in campo non c’erano 11 attori allo sbaraglio che recitavano ognuno per conto proprio, ma un cast affiatato che rispettava la medesima trama. E così quel film divenne un colossal”. L’ex ct della Nazionale sottolineato quanto sia stato determinante il suo impatto con il Milan: “Quando Berlusconi mi chiamò, il Milan aveva 30mila abbonati. L’anno dopo quel numero era triplicato”. 

Il problema dell’Italia

Arrigo Sacchi nel corso dell’intervista ha poi allargato il raggio del proprio ragionamento, spaziando anche più in generale su cosa manchi al sistema calcio Italia per essere realmente competitivo ai massimi livelli in Europa. Sul tema ha dichiarato che “nel nostro campionato non ci sono gare avvincenti come Real-City perché i nostri allenatori, salvo poche eccezioni, privilegiano tattica alla strategia. Si aspetta l’errore dell’avversario per approfittarne e trarne vantaggio. Un approccio parassitario che è lo specchio di un Paese storicamente estraneo alla mentalità propositiva e allergico all’impegno collettivo”.


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