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Il disorientamento di Pioli

Stefano Pioli

I rossoneri perdono a Bergamo e si allontanano sempre più dalla vetta della classifica: a dicembre lo Scudetto sembra già troppo lontano.

Il Milan perde 3-2 contro l’Atalanta e sembra quasi dire addio prematuramente ai sogni di gloria; si tratta della quarta sconfitta in campionato, quella che certifica, almeno al momento, una mancanza di identità.

Gian Piero Gasperini
Foto Daniele Buffa/Image Sport

L’identità

La Gazzetta dello Sport nell’analizzare il match critica i continui cambi di atteggiamento del Milan voluti da Pioli: il tecnico aveva badato al sodo nelle ultime due gare contro Fiorentina e Frosinone salvo poi voler tornare a giocare un bel calcio ieri. Non una scelta azzeccata (facile dirlo col senno di poi) contro una squadra forte ma sopratutto aggressiva come quella di Gasperini. I rossoneri cercano di imporre il proprio gioco ma il rovescio della medaglia è che finiscono per concedere veramente troppo agli avversari: 3 goal subiti, sopratutto il primo da rimessa laterale, gridano vendetta.

Lo schieramento

La rosea biasima anche le scelte di formazione dell’allenatore: il Milan è schierato solo sulla carta con un 4-3-3, in realtà Theo Hernandez gravita centralmente in difesa ma ha licenza di attaccare mentre Florenzi più che agire da terzino sinistro è una sorta di mediano davanti alla difesa. Tutto ciò crea confusione nei giocatori; e dire che Pioli nel finale stava riuscendo a risalire la china attraverso i cambi e sopratutto l’abbandono della ricerca dello stile. Alla fine ha inciso il rosso a Calabria e la genialata di Luis Muriel.


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