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Cardinale: “Possedere uno dei brand più storici del calcio europeo è un privilegio, emozionante la visita in sede con Baresi”
Il proprietario del Milan Jerry Cardinale è stato insignito con il premio Leonardo Da Vinci Niaf per la Finanza.
Jerry Cardinale in occasione della sua premiazione ha ripercorso parti salienti della sua vita ricordando le sue origini italiane e la festa in piazza Duomo a Milano per lo Scudetto vinto dal Milan pochi giorni dopo l’acquisizione da parte di RedBird. “La mia eredità italiana è qualcosa di cui sono sempre stato orgoglioso ed è grazie all’impegno congiunto dei miei genitori che questo orgoglio mi è stato instillato da bambino. I miei ricordi più belli mentre crescevo erano i viaggi estivi che ogni anno facevamo in Italia. E in una di quelle estati del 1982, quando avevo 15 anni, mi ritrovai a festeggiare per le strade di Santa Maria Di Castellabate la vittoria dell’Italia ai Mondiali. Ricordo gli eroi di quel campionato dell’Italia – Franco Baresi, Daniele Massaro, il compianto Paolo Rossi – e ho anche un vivido ricordo di un livello di festeggiamenti mai visto prima in America”.
La festa Scudetto
“Andando avanti, a 40 anni dopo, quasi negli stessi giorni, mi sono ritrovato in un tripudio simile fuori dal Duomo di Milano, a gioire con i milanesi per la vittoria nel Campionato Italiano dell’AC Milan. Pochi giorni prima della conquista dello Scudetto, avevamo concordato li termini per l’acquisizione dell’ACM Milan da parte di RedBird, ma abbiamo tenuto in sospeso l’annuncio dell’accordo fino a dopo la partita, per non distrarre la squadra né i tifosi. Ma mentre stavo lì in Piazza del Duomo tra gli euforici milanisti, mi sono sentito trasportare indietro nel tempo, a 40 anni prima, e alla stessa sensazione che in qualche modo questa fosse casa mia. C’è una foto abbastanza nota di me al Duomo, scattata da un amico, che mi ritrae mentre festeggiavo con i tifosi che presto mi avrebbero conosciuto come il nuovo proprietario della loro storica franchigia. Ma in quel momento ero completamente anonimo e potevo riflettere serenamente sul surreale viaggio di 40 anni che in tanti modi ha segnato la mia vita e su cosa significa per me essere italiano”.
Orgoglio
“Negli ultimi 30 anni ho investito nello sport e nei media e pensavo di aver già visto tutto e fatto tutto quello che c’era da fare nello sport. Ma quest’ultimo anno speso come proprietario del Milan a tutti gli effetti mi ha fatto apprezzare in modo completamente nuovo ciò che facciamo per vivere. Si, possedere uno dei brand più storici di tutto il calcio europeo è un privilegio e un’esperienza unica, a prescindere da chi tu sia. Ma come studente di storia, non puoi che divenire ben presto consapevole delle gigantesche orme italiane che stai percorrendo, così come della tua enorme responsabilità nei confronti della gente e dei tifosi che si auto-definiscono ‘Milanisti’”.
La prima visita in sede
“E come se ciò non bastasse a costringerti a fermarti e a calarti in tutto questo, mi sono ritrovato nel mio primo giorno ufficiale da nuovo proprietario dell’AC Milan a visitare il museo di Casa Milan, nel quartier generale del Club nel cuore di Milano, abbracciato dalla straordinaria storia e dall’eredità di questa squadra leggendaria fondata 124 anni fa. E chi mi faceva da guida, accompagnandomi lungo questa storia? Niente meno che Franco Baresi e Daniele Massaro, due degli eroici giocatori che da ragazzo avevo visto vincere la Coppa del Mondo con l’Italia nel 1982 e che ora sono apprezzati consiglieri per me e per il team. Dopo quell’estate di 40 anni fa, avevo portato con me un poster di quei Campioni del Mondo che ho tenuto sulla parete per il resto del liceo – e non avrei mai potuto immaginare che due di quei volti avrebbero collaborato adesso con me nella cura costante di questo storico franchise. Per un americano, il concetto di “condivisione della proprietà” del team con i tifosi è qualcosa di nuovo. Come italoamericano, è un privilegio che impone umiltà e che mi è ben presente. Quando vinciamo, sono entusiasta per i nostri tifosi; quando perdiamo, il mio cuore patisce per loro, perché so cosa significa, specialmente dopo aver festeggiato con nel 1982 e nel 2022. Per molti versi, queste mie note di ringraziamento per il riconoscimento ricevuto questa sera sono una “canzone d’amore” per Milano e per il mio retaggio italo-americano.”
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