Calciomercato Milan, Adli avrebbe voluto finisse diversamente: l’ultimo retroscena fa riflettere

Emergono particolari retroscena riguardanti la cessione del regista francese Adli.

La sessione estiva del Milan ha portato rinforzi ma anche molti addii. Alcuni profili hanno lasciato Milanello per intraprendere nuove esperienze, a volte lontane dai riflettori europei. Tra questi, il nome di Yacine Adli ha attirato l’attenzione per le modalità e i tempi dell’operazione. Dopo un’estate trascorsa ad allenarsi con la formazione del Milan Futuro, senza la possibilità di scendere in campo, il centrocampista è stato ceduto a titolo definitivo.

Dall’estate con i giovani alla cessione ufficiale in Arabia Saudita

All’inizio di settembre Adli è andato all’Al Shabab in Arabia Saudita. Il club rossonero ha incassato circa 8 milioni di euro, mentre il giocatore ha trovato un accordo con i sauditi per un contratto ricco. Dopo settimane di incertezze e allenamenti senza prospettive di impiego in prima squadra, la decisione ha dato una svolta alla carriera del franco-algerino. A rivelare i dettagli dell’operazione è stato Matteo Moretto, che nel corso di un suo video su YouTube ha dichiarato: «Adli, lo stipendio definitivo all’Al Shabab è di 6 milioni di euro netti. In estate è stato cercato soprattutto da due club italiani, il Sassuolo e il Torino, ma il calciatore non era convinto né dell’una, né dell’altra destinazione».

Retroscena sull’estate di Adli: la scelta di non farsi riscattare dalla Fiorentina

Moretto ha svelato anche un aneddoto che spiega meglio le intenzioni del centrocampista: «Vi racconto un aneddoto, perché di fatto è stato il ragazzo verso la fine della scorsa stagione a chiedere alla Fiorentina di non essere riscattato: la sua idea era quella di provare a tornare al Milan e di proseguire al Milan, voleva provare in tutti i modi a conquistarsi un posto nella rosa di Massimiliano Allegri. Questo non è avvenuto». La volontà di Adli era dunque chiara: rientrare a Milano, lavorare con dedizione e cercare di convincere Allegri così come riuscì a fare con Pioli anni prima. La realtà si è rivelata diversa.