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Buffon ammette: “Quel Milan era molto più forte di noi…”

Buffon Donnarumma

Buffon, a distanza di 12 anni, ammette che il Milan della stagione 2011-2012 era molto più forte della sua Juventus che a fine anno fu Campione d’Italia.

La stagione 2011-2012 verrà ricordata come quella del gol di Muntari. Nello scontro diretto di San Siro del 25 febbraio 2012, i rossoneri guidati da Massimiliano Allegri si portano in vantaggio dopo pochi minuti con gol di Nocerino. Al 25′ accadde il fattaccio, su azione di calcio d’angolo Muntari di testa butta la palla il rete, varcando la linea di porta di molti centimetri. Guardalinee ed arbitro non vedono il gol e l’azione riparte. Uno dei più grandi torti della storia della Serie A è servito, la Juventus pareggerà la partita e a fine campionato si laureò Campione d’Italia, dando inizio al filotto di 9 scudetti consecutivi. Dopo anni dall’accaduto Gianluigi Buffon ritorna a parlare di quel campionato, ammettendo che forse le cose sarebbero dovute andare diversamente.

Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon

Anche se lo avessi visto, non avrei aiutato l’arbitro

Dopo il clamoroso gol non assegnato al Milan, la polemica divampò a livelli estremi. Soprattutto poi dopo le parole del numero uno bianconero che, al termine della partita, ammise che pur se avesse visto la palla varcare la linea non avrebbe aiutato l’arbitro a prendere la decisione corretta. Dopo 12 anni Gianluigi Buffon torna a parlare di quel campionato, rendendo merito e giustizia al Milan: “Il Milan era talmente più forte di noi, ma certe cose le riconosci subito“.

L’importanza di Conte

Corsi e ricorsi storici potremmo dire, soprattutto pensando che la Juventus di quell’anno era allenata da Antonio Conte, lo stesso nome che aleggia sopra Milanello da settimane. Tecnico che negli anni ha dimostrato di poter sovvertire ogni pronostico, riuscendo a toccare sensibilmente la mente dei giocatori spronandoli a dare forse anche più di quanto possano offrire. Lo stesso Buffon, ai microfoni di BSMT ha sottolineato: “Il suo arrivo è stato come un elettroshock, è arrivato e con il suo piglio da leader, da uomo carismatico, ci ha scosso e ci ha insegnato un discorso di gioco: è stato bravissimo nel convincerci con le sue proposte di gioco”.


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