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Bonan: “Il Milan ha difficoltà di rosa enormi, Ibra ci gioca sul fatto del tutor, Leao fa vedere piccole cose in contesti grandi”

Il giornalista e conduttore Alessandro Bonan ha difeso a spada tratta l’operato del tecnico criticando il portoghese.
Alessandro Bonan a Sky Sport ha detto la sua sull’attuale momento del Milan toccando vari argomenti quali il possibile ritorno di Ibra e la discontinuità di Leao. “Pioli è un allenatore che viene moderatamente messo in discussione se facciamo eccezione del popolo dei social, su cui io non faccio nessun riferimento. La discussione su Pioli, quando è una discussione da bar e becera, credo che non debba toccare Pioli né nessun altro. Dire una frase sbagliata può capitare. In questo momento storico mi sembra che il Milan abbia delle difficoltà di rosa enormi“.
Sulla necessità del ritorno dello svedese
“Com’è possibile che ci sia bisogno di un tutor per rendere di più? Com’è possibile che adesso si evochi questa figura di Ibrahimovic come una sorta di totem. Ibra è molto intelligente e su questa cosa ci gioca un po’ su. Sembra invece che qualcuno la stia prendendo sul serio: Ibra non è Dio. Ibra è un ragazzo di carattere, intelligente, che si sa rapportare ma non è possibile che si debba pensare che il Milan con Ibra aveva più carattere e senza ne ha molto meno”.

Il problema del portoghese
“Quello che fa rabbia di Leao è che lo vedi che è un giocatore con numeri eccezionali. Però i numeri eccezionali non fanno eccezionale il calciatore. Anche qui, la storia del calcio è piena di giocatori qua e la ti facevano vedere di essere in possesso di grandissime qualità, ma poi non riuscivano a tirarle fuori con una certa continuità, ma soprattutto, perché è questo quello che fa il campione, in contesti difficili, quando c’è una certa pressione. Mi ricordo che qualche anno fa i dirigenti quando andavano a vedere lo score degli attaccanti andavano a studiare quegli attaccanti che segnavano più fuori casa e non viceversa. Segnare fuori casa significava mostrare una certa personalità. Oggi è una situazione un po’ cambiata, però al tempo era questo. Leao è un calciatore che in questo momento fa vedere grandissime cose in contesti più semplici, e invece fa vedere piccole cose in contesti più grandi. Quando riuscirà a mettere insieme le due cose allora potremmo parlare di un campione”.
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