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Calciomercato Milan, Di Canio critica la strategia: Rabiot unico vero colpo positivo
																								
												
												
											Milan e il calciomercato estivo: acquisti, rinunce e l’analisi di un ex attaccante sul centrocampo.
Il Milan ha chiuso un’estate intensa tra obiettivi inseguiti e trattative concluse con risultati alterni. Il lavoro della dirigenza ha sollevato molte discussioni, soprattutto perché alcune priorità non sono state rispettate, mentre in altri ruoli sono arrivate sorprese. Le scelte sul mercato hanno diviso il giudizio di addetti ai lavori e tifosi, con la sensazione che il club abbia puntato su profili utili ma non sempre perfettamente aderenti alle reali necessità. In particolare il centrocampo, reparto centrale per la costruzione della squadra, resta sotto la lente di chi analizza i rossoneri con attenzione.
L’opinione di Paolo Di Canio e il ruolo chiave di Rabiot nell’idea di Allegri
Paolo Di Canio, ex attaccante rossonero, ha offerto la sua lettura ai microfoni de La Stampa. Le sue parole hanno messo in luce le scelte compiute dal club: «Di sicuro ha preso un giocatore come Rabiot determinante per dare equilibrio al centrocampo come vuole Allegri, un profilo capace di rompere l’azione avversaria e ripartire palla al piede. Non aveva nessuno così, Modric ha 40 anni e lo puoi impiegare davanti alla difesa solo per ordine e qualità, non per gamba». Secondo Di Canio, Rabiot diventa l’elemento capace di dare dinamismo e copertura, permettendo al tecnico di avere finalmente un riferimento solido nel cuore del campo. Un innesto che colma una lacuna evidente nella passata stagione, quando mancava un interprete con tali caratteristiche. Il francese, infatti, unisce esperienza internazionale e fisicità, elementi preziosi per sostenere la fase difensiva e rilanciare rapidamente l’azione.
Mercato giudicato incompleto nonostante l’arrivo di nomi importanti
Nonostante l’arrivo di Rabiot e altri profili di valore, l’ex attaccante ha espresso anche una valutazione critica sull’operato della società: «Ecco perché Rabiot, con i suoi strappi, diventa utile: anche se il mercato del Milan resta un ibrido che ha deluso, perché voleva Vlahovic, poi Hojlund, aveva preso Harder e si ritrova con Nkunku, nessuno ha a che fare con l’altro». Il passaggio evidenzia come, nelle parole di Di Canio, il Milan abbia inseguito obiettivi diversi senza una linea precisa, finendo con una rosa in parte disallineata rispetto alle idee iniziali. Nkunku rappresenta un colpo di prestigio, ma resta la sensazione di una strategia non del tutto lineare.

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