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Calvarese: “Reijnders carica De Roon alle spalle, live tutti hanno pensato che quello di Jimenez non fosse rigore”

Tijjani Reijnders

L’ex arbitro Gianpaolo Calvarese ha detto la sua sui 3 episodi arbitrali dubbi che ci sono stati nella gara persa dal Milan in Coppa Italia.

Radio Rossonera ha chiesto a Gianpaolo Calvarese di realizzare la sua personale moviola di Milan-Atalanta. “Ci sono due grandi episodi, secondo me. Il primo, guardando la partita, ho avuto l’impressione che De Roon avesse preso il tempo a Reijnders, che per altro è molto veloce. Reijnders si rende conto di questo e lo carica alle spalle, o meglio, sulla schiena. Non è uno scontro spalla-spalla, che sarebbe regolare nel momento in cui entrambi i giocatori lottano per la palla. Senza quella spinta, secondo me, De Roon sarebbe arrivato sul pallone. Non è un episodio enorme, la cosa più facile sarebbe stata assegnare il calcio di rigore”.

Alex Jimenez
Alex Jimenez

Il rigore decisivo

“Sul secondo mi è sembrato che Di Bello si sia portato dietro il primo. Live penso che tutti, dico anche i calciatori dell’Atalanta, che indicano chiaramente il calcio d’angolo, abbiano pensato che non fosse rigore. Il giocatore dell’Atalanta affronta Jimenez, che arriva prima sul pallone. Un po’ come accade mille volte ai portieri: quando arrivano prima sul pallone e poi travolgono l’avversario non è fallo. Jimenez prende nettamente prima la palla, e poi tocca l’avversario. Secondo me la lettura è molto semplice, si vede che la palla viene spostata”.

Il penalty richiesto nel finale dai rossoneri

“L’episodio finale è l’opposto degli altri due, in cui l’arbitro ha fatto l’opposto della cosa giusta. Episodio difficile e grigio, abbiamo visto che i falli di mano sono una tipologia difficile da giudicare. Il tocco di mano di Holm non è così scostato dal corpo e, al di là del fermo immagine (che ci dice tanto ma non tutto), andiamo a vedere la dinamica. Il calciatore dell’Atalanta sta ritraendo il braccio, non mi sembra quindi punibile. Un altro elemento, la sagoma: il braccio è dentro la sagoma, un po’ come quando i calciatori si proteggono in barriera durante i calci di punizione. Il pallone sarebbe quindi andato nella sagoma, senza il braccio. Credo che in questo caso la decisione migliore, seppur difficile, sia quella dell’arbitro. Vi dico però che, se l’arbitro avesse fischiato, il Var non sarebbe intervenuto”.


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