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L’intervista a Sacchi: spunti, riflessioni e la sua favorita per lo scudetto

Arrigo Sacchi

Arrigo Sacchi ritiene che l’Inter sia attualmente la favorita per lo Scudetto 2022-23 e ha detto a Stefano Pioli come può migliorare ulteriormente il Milan.

A poche settimane dall’inizio della stagione e con la finestra di mercato solo nelle fasi iniziali, è difficile al momento dire chi sarà il favorito dai bookmaker per vincere il campionato. La Juventus ha però aggiunto Paul Pogba e Angel Di Maria mentre l’Inter ha ripreso Romelu Lukaku, quindi per il Milan sarà dura fin dall’inizio.

Sacchi è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport sulla prossima stagione e ha espresso i suoi giudizi sulla posizione attuale dei candidati al titolo, con i suoi commenti trasmessi da Pianeta Milan.

“Favoriti dello scudetto? Direi Inter. Una rosa numerosa, tanta esperienza e giocatori di qualità. In attacco hanno un potenziale incredibile. Dato che per ora Sanchez è ancora nella rosa, gli attaccanti sono cinque: il cileno, Correa, Dzeko, Lautaro e Lukaku”, ha detto.

E poi i nerazzurri hanno comprato Mkhitaryan, elemento interessante. Hanno due uomini per posizione e in questo modo possono sopperire a eventuali infortuni o cali di prestazione. Spero che Simone Inzaghi, che è migliorato molto, prenda sempre più coraggio e capisca che non serve un uomo in più in difesa quando il gioco è fermo. Nel calcio moderno, movimento e velocità sono fondamentali”.

Sacchi ha anche offerto qualche spunto su come Pioli possa migliorare ulteriormente la sua squadra, dopo aver sfidato i dubbiosi e vincendo lo scudetto nel 2021-22, battendo i rivali cittadini.

“Lavorare sul collettivo. Se Inter e Juve hanno dei limiti è nel gioco di squadra. Il Milan, invece, deve essere superiore in termini di gioco, non avendo le qualità individuali degli avversari. Dovranno mettere una buona pressione, dovranno allenarsi molto sul possesso palla, i giocatori dovranno concentrarsi molto sugli spazi e gli attacchi in profondità”, ha detto Sacchi.

“E, non dimentichiamolo, il Milan dovrà essere una squadra piccola e compatta: si aumentano così sinergie, collaborazioni e si arriva all’interiorizzazione del gioco. I frequenti spostamenti e lo scambio di ruoli saranno determinanti nella costruzione della manovra”.


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