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Milan: contro il “Fatal Verona” 1/2 scudetto
L’Hellas Verona in vantaggio con Faraoni, ma Leao (2 assist) e Tonali (doppietta) esaltano i rossoneri. Nel finale Florenzi completa l’opera.
La corsa scudetto è un derby di nome e di fatto, visto che i protagonisti sono i giocatori di fede nerazzurra o rossonera. Si prenda la sfida del Bentegodi, si legge sulle pagine dell’edizione odierna di Libero Quotidiano, decisiva secondo i più per i ricorsi storici della “Fatal Verona” e per la difficoltà nel battere a domicilio una squadra come quella di Tudor, allenatore vero. A sbloccarla è un interista, Faraoni, cresciuto nel vivaio nerazzurro e lanciato in prima squadra al tramonto della rosa del triplete. A ribaltarla, con una doppietta dal sapore di scudetto, è un milanista dichiarato come Tonali.
L’ottimo avvio del Milan conferma la maturità della squadra di Pioli. Non soffre di vertigini da capolista e nemmeno le pesano i favori del pronostico: essere padroni del proprio destino è una cosa, saper cosa farne è un’altra. Il Milan ha le idee chiare e sblocca la partita con Tonali, colto però in fuorigioco dal Var: è il preludio di ciò che accadrà. La prova del nove è servita dall’abile autore della sceneggiatura dello scudetto al 38’, quando Lazovic si beve Calabria, crossa per Faraoni che appoggia il vantaggio Hellas. Nei pochi minuti successivi, il Milan si gioca larga parte dello scudetto.
L’uomo del destino è Tonali, che si ripropone in avanti al secondo minuto di recupero del primo tempo per cogliere uno dei classici assoli di Leao. Cinque minuti dopo l’intervallo, la scena si ripropone identica: l’asso portoghese serve il mediano italiano, tap-in, 2-1 e tabellino ribaltato. Il cuore del Milan è un ragazzo milanista che decide di festeggiare il suo 22esimo compleanno con una doppietta e di regalare al club di cui si dice tifoso metà tricolore, peraltro dopo aver segnato quel 2-1 alla Lazio al 94’ che ha deviato il destino. Il resto della partita scorre infatti senza particolari sussulti, con la capolista capace di inibire le timide folate offensive del Verona: un paio di cross rispediti al mittente dalla difesa e un’iniziativa di Lasagna sono solletico per una squadra consapevole di poterne anche pareggiare una di tre, e quindi di avere un discreto margine sullo scudetto. Anzi, all’86’ Florenzi entra e segna il 3-1, prevenendo qualsiasi patema nel recupero. I conti si fanno sempre più facili. Al Milan mancano ora 4 punti per la certezza del titolo da conquistare nelle prossime due gare: l’Atalanta in casa e il Sassuolo fuori. L’Inter, che mercoledì giocherà la finale di Coppa Italia contro la Juventus, andrà a Cagliari prima di ricevere la Sampdoria. Ma il calendario è ormai un dettaglio marginale. A renderlo tale, con merito, è stato un Milan ormai all’altezza dei suoi sogni.
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