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Abolizione Decreto Crescita: a quanto ammonta il danno per il Milan

Tijjani Reinders

La scelta del Governo sembra ormai presa e danneggia molti club italiani, soprattutto quello rossonero.

Il Governo italiano ha deciso per l’abolizione del Decreto Crescita e questa non è affatto una buona notizia per i club di Serie A.

Cos’era il Decreto Crescita

Questa norma prevedeva, ormai giusto usare il passato, benefici fiscali per chi è stato almeno negli ultimi 2 anni all’estero: al rientro o al primo arrivo in Italia, si riceveva un grosso beneficio sulle percentuali di tasse da pagare. Molte squadre italiane ne hanno approfittato per offrire stipendio più alti ai giocatori perché avrebbero pagato meno tasse. Le società hanno provato prima a non far abolire il decreto e poi ad ottenere una deroga per sfruttarlo anche in questa sessione invernale ma non c’è stato nulla da fare.

Milan
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Cosa comporta l’abolizione

Sky Sport sottolinea che il Milan è il club italiano che beneficia maggiormente del Decreto. Senza di esso il monte ingaggio lordo stagionale passerebbe da 67,3 milioni di euro a circa 89,8 milioni di euro: un aumento complessivo di 22,45 milioni di euro. Questo potrebbe incidere anche sugli obiettivi di mercato di gennaio e potrebbe rendere più difficili i rinnovi esosi come quello di Mike Maignan. Non è un caso che già in questi giorni si parla di un possibile ripensamento del Milan su Guirassy: il guineano chiede uno stipendio di 5 milioni a stagione, forse non è più un affare acquistarlo. I rossoneri nelle ultime campagne acquisti hanno puntato maggiormente su talenti stranieri, solo nell’ultima estate sono arrivati ​​8 giocatori dall’estero.


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