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Sabatini attacca il Milan: “Si sceglie così l’allenatore? Berlusconi e Galliani altra categoria”

Gerry Cardinale

Sandro Sabatini ha attaccato senza riserve, alimentando dubbi, la metodologia operativa del Milan nella ricerca del nuovo allenatore.

L’affannosa ricerca del nuovo allenatore del Milan continua, tra continui ribaltoni e proteste della piazza che invoca la scelta di un allenatore all’altezza delle ambizioni che dovrebbe avere la squadra. Sandro Sabatini, su Calciomercato.com, ha espresso molti dubbi e critiche sul modus operandi della società, vittima a suo dire degli umori della piazza.

Julen Lopetegui
Julen Lopetegui

Tanta, troppa confusione

Il giornalista di Mediaset ha bacchettato il modus operandi della società che, da quanto appare, sembra essere “schiava” delle volontà dei propri tifosi. Sandro Sabatini ha affermato che la partecipazione alla scelta di un allenatore andrebbe limitata a tre, massimo quattro figure. Quelle classiche: presidente, amministratore delegato, direttore generale e sportivo. Invece vanno di moda i casting ampliati”. Ha proseguito poi dichiarando che “non la storia, semmai la cronaca, adesso suggerisce al Milan di fare in fretta. Sabato scorso, con rara intempestività di fine partita, il giovane dirigente Furlani aveva replicato a una settimana di paginate sulla corsa alla successione di Pioli. Troppo tardi. Tutti sanno che sono stati chiamati quasi dieci possibili candidati. Esaminati i cv, iniziali di curriculum vitae e anche di video call. Così, tanto per guardarsi in faccia e poi riconoscersi agli appuntamenti. Tutto molto moderno, senza per questo ironizzare ancora sul metodo moneyball che ha portato a metà acquisti discutibili nell’ultimo mercato. Ma l’allenatore giusto si sceglie così? Con il casting delle risorse umane?”.

La provocazione

Nel lungo discorso articolato da Sandro Sabatini, non è mancata infine una provocazione. Il giornalista di Mediaset ha infatti ironicamente suggerito di “lanciare i sondaggi sui social.” A sostegno della provazione afferma infatti che “il calcio è una cosa seria. O almeno, dovrebbe esserlo. A partire dalla scelta dell’allenatore. Giusto valutare tutte le candidature però – trattandosi di Milan – qualsiasi metodo di lavoro andrebbe elevato fino a raggiungere, se possibile, la storia del club”. Ha concluso affermando che “il Milan ha bisogno di altro. Gli allenatori “da Milan” non mancano, Berlusconi e Galliani non facevano così… E non è nostalgia, eh. È solo storia. Del Milan”.


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