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Milan-Lecce, Fonseca: “Dobbiamo essere come nel derby! Sullo scudetto…”
Paulo Fonseca, dal centro sportivo di Milanello, ha presentato la partita che avrà luogo domani a San Siro tra Milan e Lecce.
Sbornia derby da accantonare, è già tempo di tornare in campo per un nuovo impegno di campionato. Domani sera a San Siro il Milan ospiterà il Lecce e, in quel di Milanello, la parola d’ordine è continuità. Paulo Fonseca, presentando il match di domani, ha analizzato le insidie che può celare una partita come quella con il Lecce e svelato inoltre importanti indizi di formazione. Di seguito le sue parole.
Parola d’ordine: continuità
“È molto molto importante questa prossima partita. Dobbiamo confermare che siamo in crescita. Penso che la vittoria al derby ha senso se vinciamo col Lecce e confermiamo che siamo migliorati. Dobbiamo recuperare dei punti. Tutto questo è importante per avere motivazione domani. È una partita pericolosa dopo il derby, quando vinci partite importanti dopo è più difficili. Ma non possiamo sbagliare, dobbiamo vincere”.
Problema psicologico?
“Non voglio tornare sul derby. La partita è finita quando sono uscito dallo stadio. In questo momento la parte mentale è molto importante, magari più importante di tecnica e tattica. Le partite sono emozionali, stare bene ed equilibrati, energici e motivati è molto importante”.
Prossimi impegni e singoli
Prossimi impegni
“Vogliamo avere continuità, e per avere continuità vogliamo far giocare la stessa squadra. Abbiamo il dubbio Morata per domani, una contusione in allenamento gli ha causato una borsite. Abbiamo questo dubbio, vediamo domani”.
Su Leao?
“Stiamo lavorando molto anche individualmente con Rafa, anche difensivamente. Sta lavorando bene difensivamente, sta pressando, sta tornando. Può fare meglio ma sta crescendo nel momento difensivo. Siamo stati una squadra a difendere, Rafa incluso. Lui ha avuto tre opportunità per essere decisivo al derby, non mi sembra che non possa essere allo stesso tempo un giocatore difensivo. Per me sta facendo un buon lavoro, sta giocando di squadra ed è la cosa più importante in questo momento”.
Su Abraham?
“Abraham ha un’energia contagiosa che per me è importante. Avere giocatori come Abraham e Morata che portano ambizione ed energia alla squadra, anche negli allenamenti… Lavora per la squadra”.
Senza Morata si torna con un centrocampista al suo posto?
“Jovic non è un attaccante con caratteristiche per fare questo. Senza Morata ci saranno Loftus o Reijnders a fare questo ruolo”.
Morata è in bilico per domani?
“È convocato, aspettiamo domani per vedere come sta ma in questo momento quello che posso dire è che è in dubbio. Non so se possiamo usarlo domani. Non voglio prendere rischi e perderlo per più tempo. Vediamo domani”.
Fofana è un unicum per caratteristiche in rosa?
“Non abbiamo Bennacer ora, può fare la stessa posizione. Musah anche può giocare in questa posizione. Fofana è un giocatore di passaggi, Musah è un giocatore che porta palla. Abbiamo bisogno che Musah diventi come Fofana”.
Chukwueze oscurato da Pulsic?
“Ha fatto una prestagione molto buona, quando aveva spazio contro grandi squadre. Quando siamo arrivati qui, contro Torino e Lazio, penso che Chukwu non sia stato bene come nella prestagioni. Non è un problema di qualità, ma di fiducia. Lui ha bisogno di prendere fiducia e giocare in questo contesto: in Serie A non ha spazio, deve fare movimenti nel tempo giusto, ha poco tempo per decidere. È entrato bene contro l’Inter, deve crescere in partite magari come quella di domani, senza spazio. Deve crescere in questo”.
Chi si avvicina a Reijnders per qualità tecniche?
“Penso che siamo tutti d’accordo che Tijji è un giocatore unico nella nostra squadra, non abbiamo altri giocatori con queste caratteristiche. Penso solo alla prossima partita, vediamo dopo, se un giorno non abbiamo Tijji cosa possiamo fare. Ma è un calciatore molto importante della nostra squadra che non è facile sostituire”.
Emerson Royal contro l’Inter ha dato risposte positive. Può crescere ancora?
“Non possiamo dimenticare che è arrivato tardi e non ha avuto tanti allenamenti di organizzazione difensiva con noi. Penso che le maggiori difficoltà siano state difensive, qui può migliorare e sono sicuro. Offensivamente è un calciatore forte, difensivamente può migliorare”.
La posizione offensiva di Reijnders.
“Può fare diverse posizioni a centrocampo, penso che Tijji sia importante nei momenti di pressione. Gioca molto bene anche tra le linee, è un giocatore che può fare diversi ruoli. Ha fatto una bellissima partita, ha cose che può migliorare”.
Non ha mai nascosto che ci vuole tanto lavoro per giocare il calcio che vuole lei. Oggi a che punto siamo?
“Percentuale non lo so, ma siamo lontani. Difensivamente non penso che la squadra sia cresciuta tanto. Siamo più vicini a quello che penso che la squadra possa fare. Penso che siamo cresciuti, anche se difensivamente mi sarebbe piaciuto vedere anche altre oose. Offensivamente dobbiamo crescere tanto. Abbiamo le qualità per farlo, stiamo migliorando, ma possiamo crescere”.
Obiettivo scudetto
Obiettivo scudetto?
“Era tanto tempo che il Milan non vinceva un derby, porta fiducia e altra atmosfera nel gruppo di lavoro. Io sono così, cerco di essere sempre equilibrato. Una partita ovviamente può aiutare i giocatori con la fiducia, ma è solo una partita. Se non vinciamo domani allora torniamo indietro. Dobbiamo dimenticare il derby, concentrarci solo sulla prossima partita che è la più importante. L’atmosfera è positiva ed è importante, ma è importante anche capire che il derby è passato e non conta più. È stato importante ma il futuro è più importate. Sullo scudetto continuo a dire quello che ho detto il primo giorno: al Milan dobbiamo pensare allo scudetto, non possiamo pensare ad altro”.
L’ha sorpresa che prima del derby fosse considerato sull’orlo dell’esonero e dopo la partita è stato considerato un genio?
“Noi latini siamo così (ride, ndr). Sono stato in una piazza che era così: se vinciamo siamo i migliori, se perdiamo… Non voglio dire questa parola (ride, ndr). Ho fatto lo stesso che ho fatto nelle scorse settimane. Alcune volte quando non si va bene non vogliamo leggere niente, ma quando vinciamo è diverso: ma per me non ho cambiato niente, non ho letto niente. Dobbiamo continuare a lavorare, a imparare, a migliorare: è la cosa più importante per me. Un giorno quando ero in Portogallo sono uscito con mio figlio, aveva 12 anni. Mi diceva che i tifosi erano arrabbiati con me: gli ho detto che quel giorno erano arrabbiati, il giorno dopo avrebbero applaudito. Il calcio è questo, emozione, momenti di tristezza e gioia. Essere tifosi è essere questo. Non è essere equilibrati. Io devo essere l’opposto, sono l’allenatore e devo essere equilibrato. Ma capisco l’irrazionalità dell’amore dei tifosi, non ho dentro di me nessun sentimento negativo per chi prima non era con me e ora è con me. So che è così”.
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