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Milan, la gestione dei rigori di Firenze come emblema dei problemi di questa squadra
Davvero incredibile la quantità di errori e comportamenti inaccettabili tenuti dai giocatori rossoneri prima e dopo i due rigori di Firenze, e Fonseca..
E’ stata emblematica la gestione dei due penalty sbagliati a Firenze domenica. Si sono viste situazioni non belle e non da Milan da parte di giocatori che molti di noi, forse erroneamente, ritenevano di un certo spessore anche morale oltre che tecnico. Si parte col primo rigore di cui Theo Hernandez si prendela responsabilità. Perchè? Se il rigorista designato è Pulisic perchè lo tira il capitano rossonero in campo a Firenze?
Christian Pulisic si allontana immediatamente dalla zona di battuta una volta capito che lo tirerà Theo senza proferire la minima parola. Fonseca non fa nulla forse intuendo che eventuali polemiche per richiamare i giocatori rossoneri alle gerarchie stabilite sarebbero state controprudocenti. Theo Hernandez si fa parare il rigore continuando la sua brutta prestazione iniziata col rigore causato a favore della viola
Il ruolo del capitano
Theo Hernandez, in assenza di Davide Calabria, è il capitano del Milan. Tantopiù per questa investitura importante doveva far si che venissero rispettate le gerarchie decise da tecnico e giocatori. Il rigorista è Pulisic: punto! E’ come se, con le ovvie dovute proporzioni, Franco Baresi avesse portato via un rigore a Van Basten. Se è stato scelto Pulisic vuol dire che per freddezza e pulizia di calcio risulta la scelta migliore come rigorista nella rosa del Milan. Questo bypassare le scelte di Fonseca è inaccettabile da qualsiasi giocatore provenga, dal più giovane al più espero.
Tomori e l’amico Abraham
La scena che precede la battura del secondo rigore è ancor più grottesca: Tomori si appropria immediatamente del pallone che sta rimbalzando in aria e lo consegna al compatriota Tammy Abraham. Tomori, che poi risulterà decisivo in negativo con il grossolano errore sul 2-1 viola di Gudmundsson, forse pensava di fare la cosa giusta permettendo al suo amico di sbloccarsi dopo vari match a digiuno? Sbagliato! E per un semplice motivo: ci sono delle regole e vanno rispettate. Se in un team di professionisti lautamente pagati vengono a mancare regole, disciplina e rispetto allora manca la base e in questa situazione non si può costruire nulla.
Fonseca e altri segnali negativi
Paulo Fonseca cosa avrebbe potuto o dovuto fare? Entrare in campo per consegnare lui stesso il pallone a Christian Pulisic? Ormai la frittata era in piena cottura e il tecnico rossonero, anche in un eccesso di trasparenza, non ha potuto fare altro che sbottare nelle interviste anche per dare un segnale ai suoi giocatori che, a quanto pare, non lo seguono più di tanto. Se a queste sceneggiate da ragazzini che giocano un campionato minore aggiungiamo il prodromo di Theo e Leao che non fanno il cooling break con la squadra e altri atteggiamenti di egoismo e poco rispetto visti in questo inizio di stagione abbiamo il quadro completo della situazione in casa Milan. Un quadro che fa a pugni con il concetto di squadra che è a dir poco fondamentale per cercare di disputare una stagione di un certo livello: inaccettabile.
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