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Maximilian Ibrahimovic si racconta a tutto tondo: dagli esordi al cognome pesante che porta e ora..

Zlatan Ibrahimovic

Il figlio dell’ex campione svedese in un’ intervista a “Sportbladet” parla delle sua passione per il calcio e di quanto il fatto di chiamarsi Ibrahimovic abbia inciso e non solo

In un mondo dove il calcio è molto più di uno sport, continuano a emergere talenti che promettono di definire le prossime generazioni sul terreno di gioco. Un nome che sta guadagnando attenzione nel panorama calcistico internazionale è quello di Maximilian Ibrahimovic, figlio dell’indiscusso campione Zlatan Ibrahimovic, attualmente nelle giovanili del Milan.

Nonostante l’ombra imponente del padre, Maximilian sta dimostrando di avere un percorso e una personalità tutti suoi nel mondo del calcio. La sua recente intervista offre un raro sguardo sulla sua giovinezza, aspirazioni e su come percepisce la sua posizione unica nel mondo del calcio.

Un viaggio globale attraverso il calcio

La vita di un giovane calciatore come Maximilian Ibrahimovic è stata un viaggio costellato di esperienze, capaci di formare non solo l’atleta, ma l’uomo che sta diventando. A soli nove anni, la sua avventura calcistica ha preso il via in Francia, per poi attraversare diverse nazioni e club, tra cui l’academy del PSG, il Manchester United, un club locale a Los Angeles, i L.A. Galaxy, l’Hammarby in Svezia e infine approdare al Milan. Questo percorso internazionale non solo arricchisce il suo bagaglio di esperienze ma rafforza anche il suo legame con il Milan, club che definisce “speciale” e “uno dei più grandi di tutti i tempi”.

Dalla repulsione all’amore per il calcio

Curiosamente, nonostante l’eredità calcistica e le opportunità, Maximilian non ha subito amato il calcio. Fino all’età di 11 anni, lo sport rappresentava per lui la “peggior cosa al mondo”, in gran parte a causa delle inevitabili comparazioni con suo padre, Zlatan. Tuttavia, un giorno qualcosa è cambiato, e da quel momento ha iniziato a vedere il calcio sotto una nuova luce, sviluppando una passione che lo ha portato dove si trova oggi.

Zlatan Ibrahimovic esulta scudetto
Zlatan Ibrahimovic esulta scudetto

Le figure di ispirazione

Maximilian trae ispirazione da diversi calciatori, ma in campo vede in Rafael Leao, Neymar e Ronaldinho i suoi modelli. Pur aspirando a crearsi un proprio percorso, non nasconde l’ammirazione per Leao, sperando di emularne il successo mentre continua ad allenarsi e a crescere nelle giovanili del Milan. La sua ambizione si vede anche nella quotidianità, dove cerca di imparare dai giocatori della prima squadra quando gli viene data l’opportunità di allenarsi con loro.

Crescere all’ombra di una leggenda

Avere Zlatan Ibrahimovic come padre porta sicuramente i suoi benefici, ma Maximilian sottolinea come la sua crescita sia stata meno influenzata di quanto molti potrebbero pensare. Riceve consigli preziosi ma rimane concentrato sul suo percorso, cercando di evitare il confronto costante con le gesta del padre.

Il fratello, il sogno e Milanello

Parlando del fratello minore Vincent, Maximilian sorride all’idea che possa essere più talentuoso. Prodiga elogi e aspettative positive verso di lui, enfatizzando l’assenza di pressione e l’importanza del duro lavoro. Quando si parla dei suoi sogni, è chiaro: aspira a vincere e a diventare uno dei giocatori più forti, mantenendo una fedeltà assoluta al Milan. La sua affezione per il centro sportivo di Milanello riflette il suo legame con la storia del club, ricordando i grandi nomi che hanno calcato quei campi, come Maldini, perpetuando così un’atmosfera speciale che continua a ispirare generazioni di giocatori.

L’intervista a Maximilian Ibrahimovic offre una visione affascinante di ciò che significa crescere in una famiglia leggendaria nel calcio, ma anche di come un giovane talento cerca di forgiare la propria identità e successo. Tra aspirazioni elevate e un profondo rispetto per la tradizione, la sua storia non è solo quella di un erede di un grande campione, ma di un giovane calciatore determinato a lasciare il proprio segno nel mondo del calcio, mantenendo i suoi sogni e ambizioni ben radicati nella realtà del gioco che ora ama profondamente.


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