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Ibrahimovic: “Smetto? No, no, penso che ho ancora da dare, voglio essere in campo, Galliani mi chiama da 3 anni”

L’attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic ammette di voler continuare a giocare in rossonero anche se il suo contratto scade a fine mese.
Il Milan non ha ancora deciso se offrirgli o meno un rinnovo da giocatore ma il 41enne Zlatan Ibrahimovic non molla; lo svedese vuota il sacco sul proprio futuro in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. “Sono un workaholic, matto di lavoro. Più lavoro, più mi alleno, più mi sento vivo, giovane. Il lavoro torna. Qualcuno lo chiama sacrificio, per me è opportunità. L’allenamento allunga la vita. Io devo sempre portare risultati. Quest’anno si giocava per 4 trofei, zero trofei alla fine. Non parliamo di insuccesso, di fallimento, ma non è andata come volevo. Lavori 11 mesi perché arrivi qualcosa, se non succede impari, cresci lo stesso, ma alla fine vuoi una ricompensa: il premio è il trofeo, non lo stipendio. Sto bene, sto bene. Ho lavorato tanto, ho forzato tanto, non solo quest’anno anche l’anno scorso. Ma quando ero k.o., la squadra aveva bisogno”.

“E quando hai fatto una cosa per tutta la vita, quando sai cosa devi fare ma non riesci a farlo, allora… continui, perché non ti dai pace, io non mi do pace. Non ho trovato l’equilibrio. Lasciare il calcio? No, no, non sono uno che molla. Ma ci deve essere anche gioia in quello che fai, non posso non avere pace in quello che so fare da numero uno, giocare a calcio. Però non siamo ancora là. Penso che ho ancora da dare. Se penso di smettere? Non credo. Se devo continuare a giocare? Penso di sì. Ma devo trovare equilibrio come nella vita: se non hai serenità, stabilità, sei una bomba, le bombe esplodono. Galliani mi chiama tutti i giorni da tre anni e mi dice sempre che Monza è bella, che c’è una bella natura, che sul tavolo c’è già il contratto. Ma non siamo là: io sono un giocatore del Milan e sono orgoglioso di esserlo. A una certa età non c’è più l’ego, non hai bisogno di dimostrare. Sono qua per aiutare il Milan, non come adesso. Voglio essere in campo, lì posso aiutare molto di più. Cosa succede nel club non lo so. Io so che sto bene al Milan, Milano è casa mia. Del mio contratto non so nulla, l’anno scorso ho detto a Paolo: fai te. E mi è arrivato un foglio da firmare. Non so cosa c’è dentro, forse c’è un altro anno. A me basta sapere di essere un giocatore del Milan e allora so cosa devo fare. Il resto non mi importa. M’importa solo di tornare in campo, altrimenti la gioia diminuisce. È come se uno va al lavoro e non ha un ufficio. Sono due anni che non ho ufficio. Ho ancora voglia, ma serve equilibrio“.
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