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Fabio Capello duro contro l’indisciplina che regna al Milan e se la prende con..

L’ex tecnico di tanti trionfi in rossonero dalle pagine della Gazzetta non da attenuanti ai giocatori rossoneri e calca la mano su uno in particolare..
Nel mondo del calcio, l’autorevolezza di un allenatore e il rispetto delle regole da parte dei giocatori sono pilastri fondamentali per il successo di una squadra. Recentemente, Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha sollevato questioni cruciali riguardanti la disciplina e la responsabilità all’interno dello spogliatoio rossonero, soffermandosi in particolare sulle dinamiche interne e sul comportamento di alcuni elementi chiave. Nel seguente articolo, esploreremo i temi affrontati da Capello, il suo punto di vista sul ruolo del capitano e le implicazioni per la gestione dell’AC Milan sotto la guida dell’attuale tecnico Paulo Fonseca.
Gestione degli episodi chiave e decisioni tecniche
Sul piano tecnico e tattico, l’intervento di Capello si è concentrato sulle scelte fatte dall’allenatore Paulo Fonseca, in particolare sulla gestione dei rigori e sulle sostituzioni durante la partita contro la Fiorentina. Pur riconoscendo che la responsabilità delle decisioni spetta all’allenatore, Capello ha evidenziato come i comportamenti individuali possano minare l’autorità dello staff tecnico e, di conseguenza, l’unità della squadra.
Il ruolo del capitano in discussione
La rotazione della fascia di capitano tra più giocatori è stata un’altra questione critica sollevata da Capello, che si è detto scettico riguardo questa pratica. Egli ritiene che la figura del capitano dovrebbe essere unica e irremovibile, essendo simbolo di leadership e di esempio per tutto il gruppo. La comparazione con il contesto scolastico, dove non ci possono essere molti studenti al top della classe, serve a sottolineare come anche in una squadra di calcio debba essere presente una gerarchia chiara e riconosciuta.

Leadership e disciplina sul campo
Capello ha esposto le sue perplessità riguardo ai recenti comportamenti osservati in campo da parte dei giocatori del Milan, in particolo modo durante la sconfitta contro la Fiorentina. L’ex allenatore ha messo in luce come l’assenza di una leadership chiara e di un rispetto incondizionato delle decisioni tecniche possano influire negativamente sul rendimento della squadra. Il caso emblematico citato riguarda Theo Hernandez, che non solo ha fallito un rigore, ma è stato anche espulso, dimostrando un atteggiamento che, secondo Capello, si discosta dai valori tradizionali del Milan. Ecco le sue parole su Theo : “Altro comportamento non da Milan. Chi porta la fascia al braccio deve essere un leader, il simbolo della squadra. Ce li ricordiamo Baresi e Maldini, no? Hernandez, invece, ha portato solo negatività al gruppo con i suoi atteggiamenti”.
La sosta come opportunità di riflessione
Con la sosta per le nazionali, si apre un momento di riflessione per Paulo Fonseca, che può concentrarsi sull’aspetto psicologico e motivazionale della squadra. Capello suggerisce che gran parte del lavoro dovrà essere incentrato sul ristabilire l’ordine, la determinazione e l’unità d’intenti all’interno dello spogliatoio, per riconquistare la cattiveria in campo che sembra essere venuta meno.
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