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Chi chiederà scusa a Pulisic? Da Roma un calcio che non ci piace
Lazio-Milan, purtroppo, non è solo un errore in più o in meno dell’arbitro Di Bello. Quanto accaduto a Pulisic è vergognoso.
Era una partita di calcio, un bel venerdì di sport in tv in prima serata. Era una delle classiche sfide della nostra Serie A: Lazio-Milan. La partita è continuata però anche dopo il triplice fischio di Di Bello, in modo meschino, vergognoso e da censura, da far rabbrividire ogni tifoso dello sport.

Stiamo attendendo le scuse a Pulisic
Da Roma, sponda biancoceleste, sono sbocciati sui social, in modo copioso, miasmi vergognosi contro Pulisic. Tali azioni rappresentano uno squallore inqualificabile, lesive dell’uomo e del professionista. Il profilo social di Pulisic è stato teatro di un turpiloquio che è andato ben oltre il limite della decenza, con commenti irripetibili per qualsiasi persona si definisca retta. Tutta questa acredine sarebbe scaturita dal fatto che Pulisic, in pieno diritto delle normi del gioco, è entrato in possesso palla nonostante ci fosse a terra un giocatore della Lazio. Siccome da Roma giungono “lezioni” di merito, leggi e norme alle quali attenersi, l’ala rossonera non era tenuta a fermarsi o a buttare fuori la palla ma, così come ha fatto, aveva tutto il diritto di giocare. Inoltre, dettaglio non di poco conto, l’undici rossonero non si è neppure avveduto del collega a terra. Dalla capitale piovono accuse, recriminazioni arbitrali dall’eco così ridondante da rischiare di entrare perfino tra le mura del palazzo del governo ma, ad oggi, ancora non si sono sentite nemmeno l’ombra di parole di scusa nei confronti di Pulisic.
Un calcio che non ci piace
Il calcio che appassiona la gente, che crea interesse e spettacolo non è quello visto a Roma, sponda Lazio. Le parole presidenziali a fine gara sono state forti, eccessivamente veementi e decisamente fuori luogo. Parlare di mancanza di merito, di rispetto delle norme e addirittura di “violenza” subita dalla sua squadra in campo stride con la realtà, al punto di offenderla. Alimentare inoltre il sospetto di scelte “volute” da parte dell’arbitro per “presa di posizione imposta” è alquanto grave e getta un’ombra inquietante su tutto il sistema calcio, di cui lo stesso presidente biancoceleste fa parte. Se Di Bello sarà fermato per un mese, sorge spontanea una domanda e riguarda Lotito: le sue parole passeranno inosservate? Questo non è senz’altro un calcio che ci piace.
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