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Cesari appoggia Leao: “Il giocatore del Milan ha ragione”!

Graziano Cesari

Graziano Cesari ha dato ragione a Leao in merito alla polemica arbitrale avviata dal portoghese con un tweet sul proprio profilo X.

Leao dopo la partita vinta a Firenze ha ricondiviso un tweet sul proprio profilo X di un tifoso del Milan che, con foto e video, sosteneva che gli arbitri avessero avuto due pesi e due misure su episodi tra loro simili. Nella fattispecie il confronto è nato tra Tomori e Barella. Il primo è stato ammonito per aver allontanato la palla ritardando il riavvio dal fondo di Maignan, il secondo invece pur avendo calciato con stizza via il pallone non è stato redarguito. Graziano Cesari, durante la trasmissione di Pressing, ha espresso le proprie considerazioni sulla polemica che Leao ha fatto rimbalzare sui social.

esultanza gol Rafael Leao
esultanza gol Rafael Leao

Tomori giallo e Barella no, perché?

In occasione della partita del Milan a Firenze molti milanisti hanno avuto da ridire sulla scelta di Maresca di ammonire Tomori per aver allontanato la palla volontariamente ritardando la ripresa del gioco. Sull’episodio Graziano Cesari ha sottolineato che “non si può dire che Maresca abbia sbagliato perché il regolamento dice chiaramente che non si può allontanare il pallone per ritardare la ripresa del gioco. Il provvedimento dell’arbitro è automatico, quindi non posso criticare Maresca. Anzi gli dico che ha fatto la cosa giusta”. Il problema, sottolinea l’ex arbitro si palesa quando “Barella contro il Verona butta via il pallone e Fabbri non lo ammonisce. Bisogna sottolineare quello che è sbagliato e quello che fa Barella è plateale e andava ammonito”.

Ha ragione Leao

Leao sul proprio profilo X ha dato eco alla protesta dei tifosi del Milan che hanno notato una netta disparità di giudizio per episodi troppo simili perché venissero giudicati in modo opposto. Cesari, senza mezze misure, ha sottolineato che il portoghese del Milan “ha ragione e che se un arbitro fa bene e l’altro no, bisogna dirlo”. Di seguito il tweet della discordia.


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