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Esonero Fonseca: sui social la levata di scudi contro il tecnico
Tifosi del Milan scatenati sui social chiedono l’esonero di Paulo Fonseca. Il malcontento è forte, nell’occhio del ciclone anche la proprietà.
Il Milan perde a Parma 2-1. Risultato anche bugiardo, il corto muso con cui Pecchia incarta Fonseca descrive anche poco il senso di impotenza e assenza, di squadra e di idee, che i tifosi rossoneri hanno patito per 90 minuti al Tardini. Cosa si salva? Decisamente poco, se non nulla. Sui social si alza forte il grido “esonero” per Fonseca, dopo appena due giornate. I sogni di gloria, le vittorie condite da triangolazioni e giocate apprezzate in America, nel corso della tournée estiva, sono già un vago ricordo. Vittime metaforicamente di un jet lag gravemente non superato.
Non si può vincere difendendo così
Fonseca esprime nel post partita di Parma il pensiero che i tifosi del Milan hanno ossessivamente ripetuto per 90 minuti: “non si può vincere difendendo così“. Praterie, campi aperti e voragini, buchi nell’ozono in cui i giocatori del Parma hanno affrescato la loro opera senza il minimo disturbo. Emblematica la diapositiva dei tanti 3 contro 2 degli attaccanti del Parma ai pressi dell’area di rigore rossonera, esattamente come nella debacle del 29 gennaio 2023, in Milan- Sassuolo 2-5. C’era Pioli sulla panchina rossonera quel giorno, lo stesso che tanti non vedevano l’ora che andasse via, lo stesso che oggi appare – per qualche tifoso – non così peggiore di Fonseca. “Non si può difendere così” è un mantra che attraversa la storia recente del Milan degli ultimi due anni, è una maledizione dalla quale si sperava che il Milan potesse liberarsi, è un castigo che affligge ancora i colori rossoneri e ciò che crea spavento e ansia è che, al momento, non si intravede un segnale di discontinuità dal passato. E se anche Fonseca afferma che “è difficile da spiegare”, questo rende ben chiara l’idea della difficoltà che avvolge il Milan.
I tifosi chiedono l’esonero
I social sono peggio di una gabbia di leoni, cinici e velenosi come serpenti pronti al morso letale e carichi di siero mortale. Su X sono apparsi decine di messaggi richiedenti l’esonero immediato di Fonseca, denunciando una prestazione imbarazzante, al limite dell’umiliante. Alcuni rimpiangono addirittura Pioli, considerato da molti il creatore di ogni male del Milan degli ultimi anni. Sicuramente c’è tanta esagerazione ma, al contempo, c’è anche una realtà serpeggiante non tanto nascosta purtroppo: il Milan è impantanato nei suoi errori ciclici.
Caro Ibra, altro che 7 giorni per fare il mondo
Ibra ha fatto di recente riferimento alla Genesi in merito alla creazione, parlando del mercato del Milan: “Dio fece il mondo in 7 giorni”. Riferimento senza dubbio scenografico, quanto mai inadatto alla realtà offerta fino a qui. Non c’è bellezza, non c’è perfezione ed è difficile far proprie le parole di Dio e affermare che il Milan è “una cosa molto buona”. Questo Milan è ben lontano dalla sua “creazione”, almeno lo si spera vedendo i risultati, è decisamente ben distante dall’essere compiuto. Lo svedese ha inoltre detto, nelle ultime ore, che il Milan si trova al suo sesto giorno e, sfogliando il libro sacro, leggiamo con terrore che “Dio disse, ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”, esattamente nel corso del sesto giorno di creazione. Il Milan è esattamente uguale a sé stesso, uguale al suo passato in cui la difesa è un rebus per maghi, in cui il centrocampo a due non fa filtro e in cui in attacco occorrerebbe qualcosa in più del solo Giroud, ops scusate, del solito Morata. Poca corsa, poche idee e confuse, il Milan è la stessa immagine di sé stesso del finale di campionato dello scorso anno, uguale a sua volta a quello dell’anno precedente.
Cosa si salva?
Non prendiamoci in giro, decisamente poco. Si salva la teoria di quel che potrebbe essere, l’idea di ciò che potrebbe nascere attraverso il lavoro, il tanto e ossessionante impegno di squadra e allenatore. Pavlovic ha dimostrato di poter essere quel muro di cattiveria e grinta che occorre, ma non può essere un predicatore solitario nel deserto del nulla. Fofana merita una lode, ha grinta, ma coprire un campo di calcio largo 60 metri è cosa assai ardua. I buoni piedi non mancano di certo ma, a mancare almeno per ora, è la voglia di muoverli correndo armonicamente e da squadra. Il materiale c’è mister, occorre lavorare per plasmarlo seguendo le orme del “demiurgo” descritto da Platone prima che la “creazione” del Milan di Fonseca affronti il “big bang” dell’esonero. La Lazio alla prossima, e il derby alla quinta, saranno due test molto indicativi per attestare se il mondo rossonero ha forma di vita o se, prematuramente rispetto alle aspettative, è pronto per implodere.
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