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Sacchi: “Non sono contento, il Milan arranca e Leao non gli permette di essere un collettivo”

Arrigo Sacchi

L’ex allenatore Arrigo Sacchi non riesce a gioire per la vittoria della sua ex squadra.

Arrigo Sacchi alla Gazzetta dello Sport ha analizzato quanto accaduto in Milan-Hellas Verona. “Alla fine della partita mi telefona un mio amico e mi fa: ‘Adesso sì che sarai contento, il Milan ha vinto’. E io: ‘Poco’. ‘Perché?’ mi domanda lui. Risposta facile: ‘Perché ho visto un Milan che ancora arranca’. Non mi faccio incantare dal risultato, anche se battere il Verona non è mai semplice. Il problema è che la squadra di Pioli non è ancora un collettivo. Essere un collettivo significa avere undici giocatori attivi con e senza palla, significa fare pressing, significa non fare lanci, significa tenere il pallone rasoterra, significa muoversi sempre. Il Milan dev’essere come una fisarmonica, deve sapere aprirsi e chiudere al momento opportuno…”.

Rafael Leao
Rafael Leao

Il problema più grande

“Mi sembra che ci sia un po’ di confusione e qui sta a Pioli mettere ordine, dare linee precise, dimostrare che lui è il primo a credere nelle idee che propone ai suoi ragazzi. Leao ha fatto un bel gol, ma oggi il Milan esiste soprattutto per il portoghese e questo è un limite. Leao, con il suo modo di stare in campo, con i suoi mancati rientri, con la mancata partecipazione al lavoro del gruppo, è quello che non ti permette di diventare un collettivo. Se si vuole fare un salto di qualità, in direzione di un calcio più europeo, è fondamentale che tutti siano funzionali al progetto e che tutti si sappiano sacrificare in nome della squadra. Diciamo che i rossoneri stanno cercando affannosamente di migliorare, ma i passi da compiere sono ancora parecchi. D’altronde una batosta come quella subita nel derby, con tutto quello che ha comportato, non si digerisce in fretta”.


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