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Psichiatra Tonali: “Ha ammesso subito la ludopatia, patologia iniziata in adolescenza, giocava il Milan per un motivo preciso”

Lo psichiatra che sta curando la ludopatia dell’ex Milan Gabriele Sani rivela molti aspetti del suo paziente.
Sky Sport ha raggiunto in videocall lo psichiatra Gabriele Sani che sta aiutando Sandro Tonali; ecco le sue parole. “Sono contento che sia stata sottolineata la natura della ludopatia. La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico, è una patologia riconosciuta a livello internazionale che ha i propri criteri diagnostici al pari di altre dipendenze patologiche, come quelle da sostanze. E si può curare, con un approccio personalizzato. Si riconosce prima la persona e poi il paziente, e intorno alla persona si ritaglia il trattamento più adeguato per uscirne”.
Il percorso di guarigione
“La sua patologia, come lui stesso mi ha detto, è iniziata da molti anni. Da quando è scoppiato il caso scommesse, l’accelerazione ha portato a una serie di incontri fitti che ci ha aiutato ad arrivare ad una diagnosi; e ed impostare un trattamento terapeutico per il futuro. Si tratta di trattamenti che durano anche mesi, ma sono trattamenti che, se fatti bene, con complicità e con fiducia, permettono di uscire dalla patologia”.

Gli inizi
“Con lui abbiamo ricostruito come i primi segni di questa costrizione al gioco, cioè l’impossibilità di scegliere di non fare una certa cosa, risale alla tarda adolescenza. E nel corso degli anni si è andata strutturando”.
Le scommesse sul Milan
“Quando era nel pieno del suo comportamento patologico Sandro scommetteva su tutto quello che poteva scommettere, e questo fa parte di quelle costrizioni compulsive di cui abbiamo parlato. Scommettere sul Milan sempre vincente fa capire la natura scaramantica, quel pensiero magico, che accompagna spesso chi soffre di questa dipendenza, e di cui abbiamo esempi anche nella letteratura e nel cinema. Scommetteva sul Milan vincente come fosse un elemento scaramantico da cui non ci si poteva liberare. Quando una persona è affetta da questo disturbo non c’è più l’elemento del piacere, della vincita o della ricchezza. Come una persona affetta da dipendenze da sostanze non beve o fuma per il piacere di farlo, ma lo fa perché non può fare a meno di farlo. Tonali ha anche detto che, nei rari casi in cui arrivava una vincita, non riusciva a staccarsi finché non consumava i soldi di quella vincita. Ma non è questo il punto. Il punto era cercare una terapia per le sue angosce, in modo patologico”.
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