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Milan, scudetto dell’Inter nel derby: la notte più lunga e buia della stagione
Il ciclo Pioli esaurisce la benzina e interrompe il proprio cammino. La sconfitta nel derby sia l’inizio di un nuovo percorso.
La notte più lunga, quella più buia. Crepuscolo di una stagione costellata di momenti bassi, intervallati da pochi alti. E’ la notte delle lacrime amare, in un cielo nero con tanta fifa blu, la stessa che ha pervaso i giorni di avvicinamento a questo derby. Giorni caratterizzati da un serpeggiante senso di inferiorità, impotenza e incapacità di fermare un’onda pronta a travolgere l’ecosistema rossonero. Game, partita e incontro: è un secco e tuonante 6-0 senza appello. Dopo 23 anni il famoso 11 maggio 2001, giorno in cui Comandini e compagni impallinarono l’Inter, arriva la vendetta sportiva più amara. I nerazzurri conquistano Milano, per la sesta volta consecutiva, impossessandosi di San Siro – così come ha detto Lautaro Martinez nel post gara – cucendosi sul petto lo scudetto numero 20. I tifosi del Milan speravano nell’esaudirsi del desiderio di non assistere al loro trionfo, tra le proprie mura. Il destino ha voluto che la stella a cui i supporter rossoneri avevano affidato la propria preghiera cadesse, purtroppo però sulla maglia nerazzurra.
Anatema Pioli
Non c’è verso di risalire la corrente, non c’è alcun animo da salmone in Stefano Pioli nei derby. Arriva la sconfitta numero 10, in 15 stracittadine giocate. Nessuno come lui in questa speciale classifica sulla panchina rossonera. Record di sconfitte consecutive contro l’Inter, l’ultima volta che il Milan ne perse sei di fila era l’immediato dopoguerra, tra il 1946 e il 1948 per la precisione. Il passivo degli ultimi sei Milan-Inter recita un amarissimo 14-2. Numeri umilianti, imbarazzanti e desolanti. Pioli non è mai riuscito a invertire la tendenza, a fermare questa emorragia, sistematicamente irretito dal “pifferaio magico” Inzaghi. Il tecnico nerazzurro ha dimostrato di riuscire con innegabile bravura a far cadere in penitenza il proprio collega senza che quest’ultimo fosse in grado di trovare una risposta.
Pioli, grazie di tutto
Cala il sipario, si spengono le luci di San Siro, seppur straziato da forte musica techno per coprire i festeggiamenti altrui. Il Milan in 4 giorni è crollato sotto i colpi di Roma e Inter ma, sul campo, è apparso più che altro incapace di reggere il confronto con le proprie ambizioni. Come fosse stato travolto da un destino, un onere, decisamente più ingombrante della sua capacità, seppur alimentato da cuore e volontà. La rabbia di Theo al momento dell’espulsione a fine partita è la fotografia eloquente, straziante di chi vorrebbe ma non riesce, di chi è piegato dalla realtà al cospetto e in confronto alla propria volontà. Grazie di tutto Pioli, davvero. Grazie dello scudetto, della semifinale di Champions League dopo 16 anni. Grazie di aver rialzato un’asticella che in casa Milan piangeva prima del tuo arrivo. Le lacrime di stasera segnano il passo d’addio, il commiato e i saluti finali. Ricominciare insieme non avrebbe più senso, non avrebbe scopo e finalità. L’ennesimo derby giocato cercando improvvisazioni tattiche – vedi Leao punta – è il manifesto non ci sia più nulla da spremere da questa storia, vissuta a pieno.
Vissuta così profondamente da iniziare con la vittoria di un derby nel febbraio 2022, anticamera della rimonta scudetto più dolce della storia rossonera, e terminata con un altro derby, quello in cui il ciclo compie un giro di 360 gradi e riconsegna lo scudetto all’Inter. Non c’è più inchiostro, la penna per scrivere una nuova storia non ha più padrone. Restano pagine bianche da scrivere e occorrerà bravura e fantasia, abilità e caparbietà. Il prossimo successo nasca da questa sconfitta, da questa serata e da questa amarezza. Stanotte i tifosi del Milan ascolteranno “La fine” di Nesli, tra un incubo e un sogno, abbracciando queste parole: Vorrei che fosse oggi in un attimo già domani per reiniziare, per stravolgere tutti i miei piani, perché sarà migliore e io sarò migliore. Come un bel film che lascia tutti senza parole…
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