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Milan, San Siro verso la vendita: quali sono le prossime mosse dei club
Stanotte la decisione storica che cambia il futuro del Milan, dell’Inter e dello stadio più iconico d’Italia.
La lunga maratona in Consiglio comunale di Milano si è conclusa solo a notte inoltrata, dopo ore di discussione serrata e un equilibrio politico rimasto incerto fino all’ultimo minuto. La città attendeva da anni un passaggio istituzionale così delicato, con i club protagonisti di una trattativa che ha coinvolto banche, architetti e uffici tecnici. Un voto cruciale, arrivato in un clima teso e carico di aspettative, che potrebbe segnare la fine di un’era sportiva e aprire definitivamente un nuovo capitolo nella storia del calcio milanese.
La votazione notturna e il via libera al progetto condiviso dai due club
La delibera della Giunta comunale ha ottenuto 24 voti favorevoli e 20 contrari, in una seduta interminabile cominciata nel pomeriggio e terminata quasi alle quattro del mattino. Con questa approvazione, San Siro passa verso la vendita a Milan e Inter per un valore fissato in 197 milioni di euro, cifra calcolata dall’Agenzia delle Entrate. Il Comune ha inoltre inserito un contributo-sconto da 22 milioni che andrà a ridurre l’esborso complessivo delle società. Entro il 10 novembre i club dovranno completare il rogito, a condizione che non si frappongano ostacoli bancari durante i prossimi quaranta giorni.
Nuovo stadio: i tempi della grande trasformazione
Con il voto favorevole, come fa luce la Gazzetta dello Sport, Milan e Inter potranno avviare la fase operativa: i due club hanno incaricato gli studi Manica e Foster + Partners di elaborare il progetto definitivo del nuovo stadio nell’area degli attuali parcheggi. L’elaborazione architettonica richiederà circa dodici mesi, mentre l’inizio dei lavori è fissato per la prima metà del 2027. L’obiettivo è inaugurare l’impianto nel 2031, in tempo per gli Europei del 2032, i quali saranno ospitati anche dall’Italia. Il destino del Meazza è già scritto: resterà parzialmente in funzione fino al 2031 per concerti ed eventi, poi sarà demolito al 90%, salvando solo l’angolo Sud-Est, una torre e parte della Curva Sud con la tribuna arancio. Resta da capire l’impatto dei ricorsi già annunciati, che potrebbero rallentare l’iter, ma la strada politica tracciata ora sembra irreversibile.

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