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Milan, perché Allegri ha già impresso il suo marchio

Massimiliano Allegri, Juventus-Inter, 4 febbraio 2024

Milan, tre clean sheet consecutivi raccontano una svolta difensiva che sorprende e rilancia ambizioni.

Il successo contro il Bologna ha confermato un cambiamento profondo nell’identità del Milan. La vittoria per 1-0 non è stata soltanto un episodio positivo ma la fotografia di un gruppo che ha ritrovato compattezza e ordine. Dopo mesi in cui il reparto arretrato veniva spesso criticato per leggerezze e disattenzioni, i rossoneri hanno iniziato la nuova stagione con una solidità inattesa. La mentalità mostrata fin dall’esordio con il Bari in Coppa Italia ha dato un segnale chiaro: questa squadra vuole tornare ad avere un equilibrio capace di fare la differenza nel lungo periodo.

Dati alla mano, il nuovo Milan costruisce la propria forza partendo dalla difesa

Come fa notare il Corriere della Sera, nelle prime quattro partite ufficiali della stagione il Milan ha mantenuto la porta inviolata in tre occasioni. Cremonese, Lecce e Bologna non sono riuscite a segnare, a dimostrazione di una nuova attenzione collettiva. Il dato diventa ancora più significativo se si considera che i difensori utilizzati sono gli stessi della scorsa annata, quella in cui la squadra aveva sofferto decisamente troppo. Non sono quindi i nomi ad essere cambiati, ma l’atteggiamento generale, con tutti i reparti coinvolti nella fase di copertura. «Difesa compatta, centrocampo organizzato ed esperto, attaccante incaricato di dare una mano in fase di copertura»: con questa filosofia Massimiliano Allegri ha dato un’impronta immediata.

Allegri ritrova equilibrio grazie all’esperienza di Modric e Rabiot

Il tecnico toscano aveva chiesto in estate rinforzi di caratura internazionale in grado di guidare i più giovani. La società ha risposto regalandogli Luka Modric, un campione che, nonostante l’età, si è imposto subito come leader tecnico e carismatico del gruppo. Accanto a lui è arrivato Adrien Rabiot, elemento che conosce bene i meccanismi richiesti dall’allenatore e capace di innalzare il livello della mediana. Con questi innesti, il Milan ha colmato una lacuna evidente: la mancanza di personalità nei momenti decisivi.

Matteo Gabbia
Matteo Gabbia

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