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Milan, per Fonseca la coperta è corta. Come proteggere la difesa?

Il dato dei gol stagionali subiti parla chiarissimo, ben 22 in 17 partite. Contropiedi e cross dalle fasce rappresentano i principali talloni d’Achille. Cosa è rimasto da fare a Fonseca?
Nel cuore dell’autunno il Milan affronta una fase cruciale della sua stagione, incalzato da una serie di sfide tanto prestigiose quanto impegnative nelle principali competizioni. Dalle prossime partite di Serie A alla Coppa Italia, passando per gli impegni in Champions League, il calendario dei rossoneri si annuncia denso di appuntamenti chiave.
La squadra si prepara a confrontarsi con Empoli, Sassuolo, Atalanta e con la Stella Rossa in un mese che potrebbe definire le ambizioni sia nazionali che internazionali della compagine rossonera. Tuttavia, l’approccio tattico e la strategia di gioco adottati dall’allenatore, Paulo Fonseca, sono al centro delle analisi critica e della progettazione per portare il Milan colmare le evidenti lacune difensive.
Il dilemma tattico di Fonseca
L’ex difensore Paulo Fonseca, ora trasformatosi in allenatore, ha impresso alla squadra un marchio di gioco offensivo, insistendo su un calcio di dominio caratterizzato da un pressing alto. Questa formula ha permesso al Milan di emulare gesta offensive statisticamente non più viste dai tempi del leggendario Milan di Sacchi, con tre partite consecutive in Champions League concluse con almeno tre reti a favore. Nonostante questi successi, il bilancio difensivo preoccupa: 22 reti subite tra campionato e competizioni europee mettono in luce una fragilità che potrebbe costare cara.
La modifica tattica
La squadra appare spesso troppo sbilanciata in avanti, un aspetto che è stato evidente in diverse occasioni e contro squadre di vario calibro. Il Milan ha dimostrato di poter soffrire particolarmente i contropiedi avversari, un punto debole che Fonseca ed il suo staff tecnico cercano di sanare attraverso aggiustamenti tattici e l’apporto di giocatori dall’atteggiamento più difensivo, come Loftus-Cheek e Musah, che verranno ora chiamati a supportare maggiormente la retroguardia.

Versatilità e soluzioni tattiche
L’approccio del Milan non si riduce ad un’unica formula: diverse sono le configurazioni di gioco fino ad ora adottate da Fonseca per trovare il giusto bilanciamento tra fase offensiva e difensiva. L’uso di un centrocampo a tre, con giocatori capaci di adattarsi sia a compiti offensivi che di raddoppio in fase difensiva, è una delle strategie contemplate per conferire alla squadra maggiore solidità. La versatilità di elementi come Loftus-Cheek, Pulisic, Musah ed il prossimo rientro di Bennacer offrono a Fonseca varie opzioni per modellare il centrocampo in funzione delle necessità di gioco per un Milan più quadrato e meno in balia delle situazioni.
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