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Milan, Giudice su Furlani: “Tifosi dovrebbero fargli un monumento perché..”

Giorgio Furlani

Alessandro Giudice ha espresso parole di stima nei riguardi di Giorgio Furlani, lanciando anche un appello ai tifosi rossoneri.

Criticare è senza dubbio la cosa più facile quando i sogni non incontrano la realtà. Il desiderio di ogni tifoso milanista è quello di vincere, soprattutto se poi a farlo sono i cugini tanto “odiati”. Poi occorre ritornare alla normalità, svestire i panni dei tifosi e abbracciare la realtà che evidenzia il buon operato di una società che, dall’orlo dell’insolvenza, è arrivata prima a essere Campione d’Italia, poi semifinalista di Champions League dopo 16 anni, poi vicecampione d’Italia. Risultati conseguiti risanando i bilanci, e riportando dopo anni il segno più laddove per troppi anni aleggiava un pericoloso segno meno. Alessandro Giudice, attraverso un post sul proprio profilo X, ha speso parole di elogio e stima verso Furlani, evidenziando i meriti suoi e dell’attuale proprietà.

Un monumento a Giorgio Furlani

Alessandro Giudice punta il dito verso quei tifosi che hanno sempre e comunque qualcosa da obiettare a questa società, schernendo a volte con parole dure e critiche becere i dirigenti rossoneri. In particolare ha rimarcato che “invece di scrivere fanfaluche sui social, straparlare su YT o disertare il raduno della squadra, alcuni tifosi del Milan dovrebbero erigere davanti ai cancelli di Milanello un monumento a Giorgio Furlani”. 

Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Furlani
Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Furlani

Furlani ha salvato il Milan dalla Serie D

Giudice prosegue il discorso rimarcando che grazie a Furlani che “orchestrando l’operazione di finanziamento a Yonghong Li da parte di Elliott, poi acconsentendo al versamento d’emergenza, last minute, di ulteriori somme non contrattualizzate, consentì al Milan di salvarsi dalla mancata iscrizione al campionato, e dalla retrocessione automatica in Lega Nazionale Dilettanti, poiché nel 2018 era già stato abrogato il lodo Petrucci.” Conclude poi sottolineando che “questo molti non lo sanno o fingono di averlo dimenticato”.


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