Passa in vantaggio, poi va sotto ma sa rimontare: a Firenze si rivede il vecchio Milan. Vittoria preziosa e meritata.
Serie A, Fiorentina-Milan 2-3: ecco la squadra di Pioli, quella vera, quella con gli attributi; quella che morde la partita, che magari va sotto ma non perde la testa. Che attacca con qualità e rimonta. Già, rimonta… Come stasera al “Franchi”. Prima l’1-0 di Ibrahimovic, poi l’uno-due viola firmato da Pulgar e Ribery tra prima e secondo tempo, quindi la rimonta, appunto.

Brahim Diaz segna il pareggio, Calhanoglu (finalmente!) batte un colpo, e che colpo! Nuovo vantaggio e gara in cassaforte. Perché questo Milan, dicevamo, ha gli attributi, sa anche soffrire, chiudersi, aiutarsi in campo. Prima il risultato, quindi il gruppo, poi l’ambizione personale. Il ritorno di Bennacer è manna dal cielo, il sacrificio di Ibra, in campo per novanta minuti, è da applausi. Il Milan non è tornato, il Milan non è mai andato via. Ha solo rifiatato, ma è tutta colpa dell’emergenza. Maledetta emergenza.