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Milan, Callegari: “I tifosi vogliono Conte! La società sbaglia a…”

Massimo Callegari ha commentato l’attuale situazione del Milan che, non senza difficoltà, sta cercando la nuova guida tecnica.
Il tema allenatore in casa Milan è sempre più di attualità. Tutti bramano dal desiderio di conoscere chi prenderà il posto di Pioli, così anche da poter intuire e tracciare il nuovo corso del Milan. Il caso Lopetegui ha senza dubbio scosso l’ambiente rossonero, domenica infatti durante la sfida di San Siro contro il Genoa il tifo organizzato rossonero farà sentire il proprio dissenso non tifando. Aria tesa, nervi scoperti e tanta incertezza per il futuro. Da quanto trapela non è stata ancora fatta una scrematura vera e propria e, giorno dopo giorno, le voci si rincorrono. Massimo Callegari, sulle colonne di ‘calciomercato.com’, ha dedicato un lungo editoriale sulla situazione, facendo un po’ il punto della situazione. Non sono mancate critiche alla società.

Milan: segno di debolezza
Massimo Callegari non lesina critiche alla società rossonera e al suo modo di operare in questa delicata fase di cambiamento. Il giornalista infatti afferma che “prima del #Nopetegui c’erano una volta la rivolta popolare al grido di “non si vende Kakà” (17 gennaio 2009, Milan-Fiorentina) e quella laziale con lanci di pomodori per scongiurare la cessione di Beppe Signori al Parma (11 giugno 1995). Il ponte tra le due ere della comunicazione, reale e virtuale, è stato l’affaire Guarin-Vucinic tra Inter e Juventus. Tutto fatto e saltato in poche ore a gennaio 2014 sull’onda delle proteste un po’ reali e un po’ virtuali dei tifosi dell’Inter, tra striscioni e primi borbottii social. Farsi influenzare dai tifosi è sempre un segno di debolezza e adularli può essere utile nel breve periodo ma non a lungo termine”. Ha aggiunto inoltre che “nell’epoca in cui il virtuale supera il reale, alle esalazioni tossiche dei social viene dato un peso superiore a quello che realmente hanno. Domenica prossima, in Milan-Genoa, la portata della protesta reale sarà più chiara. Intanto si è già passati dal rumore dei nemici al rumore dei (falsi) amici. Come ha ricordato pochi giorni fa Stefano Pioli “non leggo e non seguo niente, anche se alcuni “amici” qualcosa mi fanno sempre arrivare…”. Serve quindi grande personalità per mantenere la propria posizione e le proprie certezze”.
Caso Lopetegui e il sogno Conte
Massimo Callegari, nel corso del suo lungo editoriale, affronta nel dettaglio il caso Lopetegui. Afferma infatti che “il suo Porto 14/15 giocava molto bene e spaventò anche il Bayern nei quarti di finale di Champions, con il 3-1 dell’andata seguìto dall’1-6 dell’Allianz Arena. Zero tituli e così la seconda stagione iniziò male e finì presto: fuori dalla Champions ed esonerato. Come al Real Madrid, subito delegittimato dal ko in Supercoppa Europea contro l’Atletico Madrid e cacciato a fine ottobre dopo altre cinque sconfitte in sette gare. Con l’aggravante di non essere entrato in sintonia con Vinicius, che il club aveva designato come erede di CR7”. Sul futuro tecnico rossonero e sul Milan invece ha sottolineato che “nessun club in Italia ha più la forza economica per attrarre né campioni né allenatori super top. Nemmeno il Milan, che proprio grazie a questa dirigenza è tornato sostenibile ed è ormai indirizzato sul doppio binario compravendita/valorizzazione di talenti, non sempre facili da scovare come pretenderebbero i tifosi. Che, superando anche lo spirito di bandiera, vedono nell’ex Juve e Inter Antonio Conte l’unica vera, grande garanzia di successo“.
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