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Maldini: “Avevo paura che Messi potesse andare all’Inter e quindi provammo a prenderlo, Leao è un grande talento”

L’ex direttore dell’area tecnica del Milan Paolo Maldini ha raccontato alcuni retroscena delle sue due carriere nel mondo del calcio.
Paolo Maldini è tornato a parlare dopo un lungo silenzio; ecco le sue dichiarazioni al podcast dell’attore Giacomo Poretti. “È difficile che un giocatore cominci e finisca nella stessa squadra. Ai miei tempi non c’era la moda di andare all’estero. Ho avuto la fortuna di trovare una squadra e un Presidente Berlusconi che avevano i miei stessi obbiettivi”.
Sui cambiamenti del mondo del calcio
“Ho iniziato con i Baresi e i Bergomi e ho finito coi Pato e i Pirlo. Ho vissuto diverse generazioni di calciatori. Le generazioni non sono cambiate ma è cambiato – in peggio – la pressione. I social gli creano tante aspettative. Spesso anche le famiglie creano aspettative. In famiglia ti vedono come il diamante grezzo e si aspettano tanto da te e magari a volte il ragazzo non è in grado o non riesce a reggere la pressione al 100%. Il calcio è uno sport di squadra, ci sono ragazzi di varie etnie, non devi pensare solo a te stesso ma al bene della squadra. Capita di dover lavorare solo per il tuo compagno perché per lui non è una giornata positiva. Non sempre i ragazzi hanno la coscienza del potere che hanno sui tifosi”.
Il ruolo di dirigente
“C’è una differenza enorme. In una ‘subisci’ il risultato e nell’altra ‘determini’. Io soffrivo tantissimo e mi agito. Ricky Massara invece soffriva ma in silenzio. L’allenatore non lo farò mai. Vedevo mio papà che aveva sempre la valigia pronta. Poi magari incontri qualche Presidente un po’ così…non me la sentivo. Quando ho smesso sapevo cosa non volevo fare”.

Sul portoghese
“Rafa è un grande talento, aldilà che faccia calcio, modello o cantante, ha qualcosa di importante. Mi ha chiesto di far uscire il disco due giorni prima della partita, gli ho risposto che non era un problema ma avrebbe dovuto segnare due gol il sabato, non segnò ma fece assist (ride ndr). La cosa più bella di questi anni sono proprio i rapporti personali, lui è arrivato dal Lille, era un grande talento ma doveva ancora dimostrare. Il rapporto che si crea con loro è la cosa più bella che ti rimane, più dei trofei e delle partite vinte. Sono sempre dei rapporti personali, ti metti a disposizione per formare questi ragazzi”.
La trattativa impossibile
“Per dieci giorni abbiamo provato a portare Messi al Milan, ma poi abbiamo capito che era impossibile. Adesso ormai è tardi, ma un calciatore come Messi è uno spettacolo per tutti. Quando leggevo che poteva andare all’Inter avevo paura”.
La favorita per lo Scudetto
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