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Maignan minacciato, squallido episodio di razzismo in Milan-Udinese

Mike Maignan

Brutto episodio di razzismo a San Siro, Maignan insultato e minacciato dai tifosi dell’Udinese. Ecco cosa è successo sugli spalti.

Nel cuore pulsante dell’arena di San Siro,-tempio dello sport dove ogni emozione si amplifica, si è recentemente consumato un episodio che ha riacceso i riflettori su una piaga ben nota al mondo del calcio: il razzismo.

Durante l’incontro tra il Milan e l’Udinese, alcuni tifosi ospiti hanno rivolto insulti ed espressioni discriminatorie verso il portiere rossonero Mike Maignan, distillando veleno dalla tribuna e sollevando nuovamente interrogativi sull’efficacia delle strategie di contrasto a questo fenomeno.

Il precedente di Udine

Questo non è il primo caso in cui Maignan si è trovato di fronte a simili atteggiamenti. Già in precedenza, durante una partita contro lo stesso Udinese ma sul terreno friulano, il portiere aveva subito attacchi di natura razzista. Tale evento aveva portato alla sospensione momentanea del match e alla chiusura parziale della curva dell’Udinese per due incontri, una sanzione atta a sottolineare la gravità del comportamento e a inviare un messaggio chiaro contro il razzismo nel calcio.

Un episodio riprovevole

La partita, che vedeva il Milan opposto all’Udinese, è stata teatro di una scena deplorevole: Maignan, difendendo la porta sotto il settore ospitato dai sostenitori dell’Udinese, è stato oggetto di cori offensivi e insulti durante buona parte del secondo tempo. Tra i vari dissipatori di odio, uno striscione minaccioso non ha lasciato spazio a interpretazioni: “Oggi solo un saluto, a Udine avrai il giusto tributo”. Un’azione che va oltre la semplice rivalità sportiva, toccando corde molto più serie e preoccupanti.

Mike Maignan e Fikayo Tomori
Mike Maignan e Fikayo Tomori

Necessario un impegno continuo

Nonostante le misure prese, gli episodi di discriminazione continuano a intaccare lo spirito sportivo e l’integrità del calcio. Il caso di Maignan a San Siro dimostra che le sanzioni, pur necessarie, non sono sufficienti da sole a debellare atteggiamenti tanto radicati e nocivi. Si rende sempre più pressante la necessità di un lavoro congiunto e continuativo da parte delle istituzioni sportive, degli organi di vigilanza e, non da ultimo, della comunità dei tifosi per promuovere valori di rispetto, inclusività e fair play.

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