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L’addio di Morata per depressione: la rivelazione del campione rossonero
Alvaro Morata si racconta in una forma decisamente diversa da quella a cui siamo soliti assistere. Nelle sue parole la ragione dell’addio.
Il calcio non è solo quello che si vede la domenica sui campi di mezza Europa. Il calcio è fatto da uomini, persone, che hanno un vissuto spesso silenzioso di cui nessuno conosce i più profondi segreti e pensieri. E’ il caso di Alvaro Morata, neo acquisto del Milan.
Dal ritiro della Nazionale spagnola il 7 rossonero si racconta senza veli all’emittente radiofonica Cope. Ne emerge un Morata inedito che, a sorpresa, svela anche il motivo del suo addio a un calcio che ha segnato il suo percorso professionale.
Morata: subito eroe di San Siro
Era il 17 agosto e, in una Milano calda e torrida, Alvaro Morata faceva il suo debutto con la maglia del Milan a San Siro. Quel giorno il debutto avvenne nella ripresa, nel tentativo disperato degli uomini di Fonseca di raddrizzare una partita che vedeva il Torino avanti di due reti. Il suo approccio al mondo rossonero fu subito da numero da uno, trascinante al suo ingresso e determinante con il gol che riaprì la contesa. Con il pubblico è stato subito amore e non poteva che essere così per capitano della Nazionale spagnola Campione d’Europa.
L’addio di Morata per depressione
Alvaro Morata ha spiegato la ragione per cui ha lasciato la Spagna, preferendo il ritorno in Italia. In particolare ha svelato che “tre mesi prima degli Europei, pensavo se avrei giocato di nuovo una partita. Non ci sono riuscito, non so cosa mi sia preso. Non so cosa non andasse in me. È molto complicato e molto delicato, perché ti rendi conto che ciò che ami di più al mondo è ciò che odi di più. Era imbarazzante stare con i miei figli e uscire per strada. Ogni volta che andavo con loro succedeva qualcosa con le persone, a volte senza cattiveria. Alla fine, per me la cosa migliore era andarmene via dalla Spagna, perché era una situazione che non potevo più sopportare”.
La lotta contro la depressione
Il campione rossonero ha inoltre svelato che “quando attraversi momenti davvero difficili, come la depressione o gli attacchi di panico, non importa quale lavoro fai, hai una persona dentro contro cui devi lottare ogni giorno. Credo sia la prima volta che lo dico apertamente, ma sì, ho passato un periodo molto brutto e pensavo che non sarei stato in grado di giocare in campo. Siamo quello che si vede in TV e sui social media, ma è un mondo che spesso non è reale. Devi dare un’immagine perché è il tuo lavoro. E sì, ho passato un periodo molto, molto, molto brutto. Sono esploso e c’è stato un momento in cui non riuscivo ad allacciarmi le scarpe. Stavo correndo a casa perché mi si chiudeva la gola e ho iniziato a vedere sfocato”.
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