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“Il Milan “non è davvero” di Cardinale”, circola una voce clamorosa: il retroscena e un’incredibile verità ancora non detta sul Club

“Il Milan “non è davvero” di Cardinale”, circola una voce clamorosa. Il QS, sulle proprie colonne, ha rivelato qualcosa di rilevante.
Il Milan si avvia verso un nuovo ciclo, con i tifosi che sperano possa essere finalmente vincente. La scelta del nuovo direttore sportivo sembra essere ricaduta su Fabio Paratici, che, secondo le voci di mercato, avrebbe già messo nel mirino sette colpi da urlo per costruire una squadra subito pronta a lottare per lo Scudetto. L’arrivo di Paratici in rossonero potrebbe portare con sé molte novità, alcune delle quali davvero clamorose, destinate a scuotere l’ambiente e a dare una nuova identità al Milan, con ambizioni di alto livello. Il futuro sembra promettere grandi sfide.
Una verità da non credere sul Milan e il sogno Tonali
Tra le voci che maggiormente scatenano la fantasia dei tifosi rossoneri c’è quella del ritorno di Sandro Tonali, per cui in Inghilterra si scrive già di offerte, cifre e condizioni che porrebbero il Milan in una posizione di vantaggio rispetto alle altre pretendenti. Tuttavia, a far discutere in questi giorni è l’organigramma del club di Via Aldo Rossi. Il Quotidiano Sportivo ha infatti svelato alcuni dettagli davvero rilevanti, che potrebbero cambiare la struttura del club e che alimenteranno sicuramente nuove riflessioni e discussioni tra i tifosi, chiamati a capire come si evolverà il progetto rossonero.
“Il Milan “non è davvero” di Cardinale”, circola una voce clamorosa
Nonostante il cambio di proprietà, l’influenza del fondo Elliott sul Milan non sembra essere tramontata. Il “Quotidiano Sportivo” mette in luce come, nonostante il passaggio ufficiale del club a RedBird, il fondo guidato da Paul Singer mantenga un ruolo di primo piano, evidenziato sia dalla fiducia incondizionata in Furlani, che sedeva già nel Consiglio d’Amministrazione del Milan sotto Elliott, sia dalla presenza di figure legate al fondo nel CdA del club. L’influenza di Elliott è percepita come significativa, in particolare per il maxi-prestito che continua a esercitare una notevole pressione finanziaria sul Milan di RedBird. Il fulcro della questione finanziaria risiede nel “vendor loan”, un prestito di 489 milioni di euro che RedBird è tenuto a rimborsare entro il 2028 per aver acquisito il Milan. Questo elemento rappresenta una spada di Damocle per il club rossonero, imponendo a Elliott un potere decisionale di notevole impatto su tutte le scelte gestionali e strategiche. Il QS chiude il pezzo con una frase emblematica: “Chi conosce molto bene l’ambiente milanista ammette che finché non ci sarà l’estinzione del prestito, Elliott avrà un peso specifico importante su tutte le decisioni”. L’ombra di Elliott si proietta così lunga sul futuro del Milan, delineando uno scenario in cui la libertà d’azione di RedBird sembra essere vincolata fino all’estinzione del debito.

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