Il “caso” Maignan accende la polemica: nel mirino la società

Il “caso” Maignan accende la polemica. La situazione, sempre più delicata, sta scatenando la reazione di tifosi e addetti ai lavori.

Nel mondo del calcio, le vicende legate a rinnovi contrattuali e trasferimenti di giocatori sono all’ordine del giorno, ma quando queste situazioni riguardano atleti di spicco, il dibattito si accende con particolare intensità. È il caso di Mike Maignan, il cui futuro con il Milan è diventato un argomento caldo tra esperti del settore e tifosi. Proprio in queste ore ci sarebbe stata una prima e decisiva svolta sulla trattativa con il Chelsesa, con sviluppi davvero inattesi.

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Il mancato rinnovo di Maignan con il Milan

Da un accordo inizialmente trovato per un rinnovo fino al 30 giugno 2028, con uno stipendio da 5 milioni di euro netti per stagione, si è passati a una situazione di stallo. Il Milan, apparentemente per via di errori commessi sul campo da Maignan, ha deciso di non procedere con il rinnovo, lasciando il giocatore e il suo entourage in una posizione di crescente frustrazione. Questo deterioramento dei rapporti tra le parti potrebbe avere conseguenze non solo in termini di prestazioni sportive, ma anche economiche per il club.

Il “caso” Maignan accende la polemica: nel mirino la società

Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia, che non ha esitato a esprimere il suo disappunto sui social network, in particolare su X, evidenziando come un mancato rinnovo contrattuale possa essere considerato un passo falso da parte del club. Il nodo del contendere risiede nella mancata operazione di rinnovo contrattuale per Maignan, il cui contratto attuale, estremamente vantaggioso per il Milan in termini economici, prevede un ingaggio di 3,7 milioni di euro lordi all’anno, cifra sottolineata dal Decreto Crescita. L’ipotetica proposta di rinnovo a 5 milioni di euro netti l’anno avrebbe rappresentato un investimento significativo per il club, ma sempre nell’ambito di una gestione oculata delle sue risorse economiche. Ravezzani sottolinea un’eventuale cessione del giocatore per 15 milioni di euro come un’esito negativo per il club, poiché con quei fondi sarebbe arduo sostituirlo adeguatamente considerando gli standard attuali del mercato e gli stipendi medi dei portieri.