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Gazzetta: Milan, quante ammonizioni rispetto ai pochi falli commessi! A pesare anche..

La GdS di quest’oggi in edicola mette in risalto un dato quantomeno particolare che sta penalizzando il Milan in questa stagione
Nell’inusuale inizio di stagione della Serie A, il Milan si trova ad affrontare un paradosso sorprendente e indesiderato. Nonostante una prestazione in campo che vede i Rossoneri tra le squadre che commettono meno falli, il bilancio delle sanzioni disciplinari risulta particolarmente oneroso.
Dalle espulsioni alle numerose ammonizioni, questo aspetto del gioco sta attirando l’attenzione non solo per il suo impatto sul campo ma anche per le implicazioni che porta con sé in termini di disciplina e condotta dei giocatori.
Disciplina in campo: un trend preoccupante
La squadra milanese, con 21 falli fischiati contro nell’ultima partita disputata contro la Fiorentina, si posiziona al secondo posto nella classifica delle squadre meno fallose del campionato, subito dietro al Torino. Tuttavia, la disciplina in campo lascia molto a desiderare. Già nelle prime sette giornate di campionato, il Milan ha visto due dei suoi giocatori espulsi e ha accumulato tredici ammonizioni, un numero piuttosto elevato che lo mette alla pari con la Juventus, ma con significative distanze da altre squadre come Napoli, Inter e Roma.
Le proteste costano caro
La correlazione tra falli e sanzioni disciplinari non sembra seguire un andamento lineare. Infatti, gran parte delle punizioni ricevute dai giocatori rossoneri non deriva da falli aggressivi o particolarmente pericolosi ma, piuttosto, da proteste e comportamenti considerati non regolamentari. Esempio esplicativo è la partita contro la Fiorentina: nonostante un elevato numero di falli fischiati, la maggior parte delle sanzioni, inclusa l’espulsione di Theo Hernandez, è stata il risultato di proteste o atteggiamenti non consono agli standard richiesti.

Riflessi anche in Champions League
La situazione disciplinare del Milan non si limita solo al campionato italiano ma trova riscontri anche nelle competizioni europee, in particolare in Champions League. Qui i Rossoneri vantano una media falli per partita decisamente bassa, eppure, le sanzioni disciplinari non mancano. Ammonizioni frequenti e sanzioni per proteste, inclusa quella rivolta all’allenatore Fonseca durante l’incontro con il Liverpool, evidenziano una costanza nei comportamenti che richiederebbero una riflessione profonda sulle modalità con cui giocatori e staff affrontano le tensioni del gioco.
Il panorama emergente da questa fase del campionato suggerisce non solo una questione legata alla conduzione del gioco ma solleva interrogativi sulla cultura sportiva e sulla gestione delle emozioni in campo. Di fronte a questa situazione, un ripensamento sulle strategie comportamentali appare non solo necessario ma urgente, per non compromettere ulteriormente la prestazione sportiva della squadra con sanzioni evitabili. La disciplina, spesso sottovalutata nel suo impatto sul rendimento complessivo, potrebbe rivelarsi la chiave di volta per una stagione sportiva ancora lunga e ricca di sfide.
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