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Furlani a tutto tondo: il vero motivo dell’addio a Paolo Maldini e la visione di RedBird per il futuro
Furlani approfondisce i grandi temi riguardanti il Milan e svela un retroscena molto importante sull’addio di Paolo Maldini.
Nel mondo frenetico e spesso imprevedibile del calcio professionistico, la gestione di una squadra richiede sia passione che acume imprenditoriale. Il Milan, uno dei club più storici e titolati, ha recentemente intrapreso un nuovo percorso sotto la guida dell’investitore RedBird e di Gerry Cardinale, segnando un’evoluzione nella strategia di business che mira a rafforzare la squadra sia dentro che fuori dal campo.
Giorgio Furlani, figura chiave nella gestione del club, ha condiviso la sua visione e i piani futuri per il Milan in un’intervista esaustiva con la Harvard Business School, riportando in luce il cammino percorsi finora e le ambizioni per il futuro. Il dirigente rossonero ha fatto poi luce sull’addio di Maldini al Milan, rivelando un retroscena.
Un ritorno alle radici ricco di sfide
Furlani ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera, tra cui ricordi intensi legati agli anni d’oro del Milan sotto la presidenza di Silvio Berlusconi e la più recente, tumultuosa era di Yonghong Li. La sua esperienza nel settore finanziario e la successiva chiamata all’azione da parte di Elliott Management hanno svolto un ruolo cruciale nel ridefinire le strategie del club per arrestare le perdite e porre le fondamenta per un futuro sostenibile e vincente. L’ad rossonero ha svelato, sul passaggio del Milan a Elliot, che “dire che il Milan è stato mal gestito è offensivo per le aziende mal gestite; non è stato gestito affatto. Elliott non ha mai avuto intenzione di dedicarsi alla gestione di una squadra di calcio, è stato un investimento decisamente diverso dal solito. Abbiamo dovuto capire rapidamente qual era il percorso migliore da seguire”.
La rivelazione sull’addio di Maldini
Giorgio Furlani ha spaziato su molti temi legati al Milan, affrontando anche quello relativo all’addio di Maldini, una figura per cui molti tifosi rossoneri sono ancora dispiaciuti per il suo addio al Club. L’amministratore delegato rossonero ha rivelato che “è stata una decisione storica quella di lasciarlo andare, per quello che ha significato per il club e per la sua autorevolezza. Ma se volevamo realizzare la visione che Gerry aveva per il club dovevamo cambiare e andare avanti”.
Dalla stabilità finanziaria al successo sul campo
La gestione Elliot ha segnato una svolta per il Milan, adottando un approccio rigoroso al bilancio e al miglioramento delle prestazioni sportive. Questo cambio di direzione ha fruttato, portando il Milan a qualificarsi per la Champions League dopo sette anni e a vincere lo scudetto nella stagione 2021-2022. Questi successi non solo hanno rinvigorito lo spirito dei tifosi ma hanno anche stabilito un solido ciclo virtuoso tra successo sportivo e crescita dei ricavi. L’ad rossonero, mettendo in paragone le due gestioni, ha affermato che “Per Elliott, la priorità era ristrutturare la squadra e smettere di perdere soldi. Per RedBird, la priorità è migliorare la squadra per far progredire il business. E mentre per Elliott l’attenzione era concentrata principalmente sull’aspetto sportivo, ora l’attenzione è probabilmente equamente divisa tra l’aspetto sportivo e il resto del business”.
Verso nuovi orizzonti con RedBird
L’arrivo di RedBird e Gerry Cardinale ha aperto una nuova fase per il Milan, con un’attenzione bilanciata tra l’aspetto sportivo e le opportunità di business. Furlani ha evidenziato la diversità di approccio tra Elliott e RedBird, sottolineando l’obiettivo di RedBird di potenziare ulteriormente la squadra e il marchio Milan a livello globale. La collaborazione e la comunicazione costante tra Furlani e Cardinale sono state fondamentali nel delineare una visione comune per il futuro del club.
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