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“E’ un bambino ciondolante”, volano parole grosse: nuovo “caso” al Milan?
Volano parole grosse, decisamente. L’accusa è forte, a tratti anche smodata. Si apre davvero un nuovo caso al Milan?
Si è detto spesso che vincere aiuti a vincere. Nel caso del Milan il vecchio mantra è vero solo a metà da quanto emerge. Nonostante la vittoria importante contro il Bruges che ha fatto seguito a quella sofferta ma di carattere contro l’Udinese, il clima attorno al Milan sarebbe dovuto essere diverso.
Si registrano invece “malumori” e critiche, accuse forti e toni decisamente fuori luogo. Altro che serenità, attorno al Milan si registra un’aria decisamente polemica e fuori controllo. Le parole espresse testimoniano incertezza.
Il nuovo Milan targato Fonseca
Il Milan, dopo la grande vittoria nel derby contro l’Inter, ha incassato due sconfitte che avevano minato tutte le certezze acquisite. Alla ripresa del campionato dopo le soste delle Nazionali però i risultati sportivi sembrano offrire la spinta morale necessaria. Con due vittorie cruciali, una in campionato contro l’Udinese e una in Champions League ai danni del Bruges, la squadra meneghina ha dimostrato capacità di resilienza e ambizione. Quest’ultimo successo, in particolare, ha portato punti essenziali in un girone europeo che si preannuncia impegnativo, ribadendo l’importanza di avere una rosa competitiva e pronta ad affrontare ogni sfida.
Volano parole durissime
Paolo Ziliani, non nuovo a critiche accese al Milan, ha aggiunto un nuovo capitolo alla sua personale saga contro i rossoneri. In particolare alla rubrica ‘Palla Avvelenata” si è così espresso su Rafa Leao: “Nelle ultime 21 partite giocate tra Milan e nazionale del Portogallo Leao ha segnato 1 gol. Avete capito bene: uno. Per dire, Pulisic ne ha segnati 5 in campionato, 2 in Champions League e uno con la nazionale statunitense. Ne ha segnati 8 e sempre sgobbando come un fabbro mentre Leao (che in nazionale ha uno scorso di 4 gol in 35 partite segnati al Ghana, alla Svizzera, al Lussemburgo e alla Svezia), se non ha la palla tra i piedi passa tutto il suo tempo a ciondolare e a rimirarsi”. Prosegue poi la sua analisi sottolineando che “davvero non si capisce come il Milan, un club carico di gloria che ha costruito la sua fama e i suoi trionfi, davvero leggendari, attorno a fuoriclasse e grandi campioni come Rivera e Altafini, Maldini padre e Maldini figlio, Rosato e Baresi, Gullit e Van Basten, Shevchenko e Kakà, Nesta e Pirlo possa ancora perdere il suo tempo ad aspettare un progetto di campione incompiuto e ormai tramontato come Leao. Un uomo di 25 anni che si comporta come un bambino di 5, e ogni anno che passa è peggio”.
“Il Milan non ha bisogno di lui”
Paolo Ziliani, non contento di quanto già affermato, ha aggiunto inoltre che “il Milan non ha bisogno di Leao: ha bisogno di Pulisic. E di Maignan. E persino di Gabbia. Così come avrebbe ancora bisogno di Tonali, di Kessie e persino di Giroud. Che non solo come centravanti vale più di Morata e Abraham messi assieme, ma era (è) un uomo vero, che avrebbe continuato a dare l’esempio su come ci si comporta, in campo e fuori. Che il Milan per la sesta stagione consecutiva si ritrovi ancora avviluppato e imprigionato nella ragnatela di Leao è ridicolo. Come ridicola è la clausola da 175 milioni fissata per scoraggiare l’avvicinamento al giocatore di club pretendenti. Fossi in Red Bird, la ridurrei a 17,5″.
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