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E’ successo nel finale del derby: la vittoria di Fonseca è tutta in quel gesto…

Paulo Fonseca

Il Milan e Fonseca vincono il derby contro l’Inter ma c’è un dettaglio, un episodio, che ne certifica il successo in senso più assoluto.

Il Milan vince il derby, battendo l’Inter 2-1 in casa sua. Non poteva esserci melodia più armoniosa di questa, nel giorno che dà inizio ad una nuova stagione. Nuovo corso che la vittoria nella stracittadina contro i cugini nerazzurri suggerisce possa avere finalmente inizio, scacciando definitivamente tutte quelle cassandre che non aspettavano altro che il Milan cadesse ancora. Gli uomini di Fonseca hanno sfoderato una prestazione maiuscola, altisonante, e ridondante per intensità e grinta. Il verde di San Siro è stato letteralmente aggredito da scorribande esaltanti e trascinanti, capaci di annichilire l’Inter e le sue trame di gioco collaudate negli anni. Il successo non è solo sportivo però, è soprattutto anche umano ed è tutto di Paulo Fonseca.

Fonseca mette in “gabbia” l’Inter

Lo avevamo scritto, nella mattina di domenica, che la scelta di Fonseca di schierare il Milan con un inedito 4-4-2 ( o 4-2-4 ) poteva rivelarsi una scelta vincente. Il piano tattico dei rossoneri è stato esattamente quello da noi ipotizzato, capace nel dettaglio di interdire e schermare la fase di inizio azione dell’Inter. In particolare la posizione di Morata, tra le linee, ha ingabbiato Calhanoglu. Lo spagnolo, unito alla linea a quattro composta da Leao e Pulisic sugli esterni, e Fofana e Reijnders al centro, hanno costretto in modo magistrale gli uomini di Inzaghi a giocare sul proprio perimetro. Il tutto però senza mai perdere profondità, offerta dall’ex Roma Abraham, autore oltretutto di una partita ampiamente sufficiente e prossima al sette in pagella. Ne è conseguito una difesa esposta a pochi rischi e un attacco capace di esplodere sfruttando l’arma migliore in loro possesso: la velocità. Unica pecca di serata la troppa imprecisione sotto porta ma, dopo la vittoria di un derby, tutto è perdonato.

Tijjani Reijnders, Rafa Leao, Theo Hernandez
Tijjani Reijnders, Rafa Leao, Theo Hernandez

La vittoria di Fonseca è racchiusa nel gesto di Leao

Nei giorni antecedenti al derby se ne sono dette di ogni, contro Fonseca e contro i giocatori. Si è detto che il mister fosse stato delegittimato, “scaricato” dalla società e dai giocatori, in particolare dai leader carismatici e tecnici della rosa rossonera. Leao non ha offerto una prestazione brillante, al contrario di Pulisic che slalomeggia nella difesa dell’Inter per poi depositare in porta il gol del primo vantaggio rossonero. Il portoghese ha vissuto l’ennesima partita dai due volti: al limite dell’irritante nel primo tempo, e straripante nella ripresa seppur impreciso nella ghiotta palla gol avuta sui piedi al 75′. Se il voto in pagella per il 10 rossonero è una tirata sufficienza per quanto fatto sul verde di San Siro, è almeno da 8 per quanto mostrato una volta uscito. Vero, abbandona il campo sbuffando un po’ e dimostrando insoddisfazione per il cambio ma, una volta in panchina, non si isola nel proprio egoismo ma incinta la squadra verso il successo. E’ un dettaglio, siamo d’accordo, ma tutt’altro che irrilevante. La vittoria di Fonseca è anche in questo gesto di Leao che testimonia candidamente quanto sia cementificato questo gruppo, al contrario delle dicerie di questi giorni. La vittoria del derby passa anche e soprattutto da questo aspetto: nella settimana più difficile, in un clima surreale tra critiche e polemiche e con almeno dieci profili di nuovi allenatori accostati alla sua panchina, il mister risponde come meglio non poteva. Vince il derby con le sue idee e, cosa che più conta, ci riesce con al suo seguito un gruppo di ragazzi che hanno dimostrato di credere nel lavoro proposto dal loro allenatore. Ecco perché, in questo contesto, vedere Leao nel finale di partita in panchina a incitare i propri compagni, è una delle immagini più belle di questo derby insieme allo stacco trionfale di Gabbia al minuto 88. Bravo mister, avanti così!


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