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Da “un’azionista inconsapevole” a uno “più strategico”: la rivelazione di Scaroni che scuote il Milan
Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha parlato dei prossimi progetti della società svelando alcuni retroscena molto importanti.
L’evoluzione del calcio italiano attraverso gli occhi di una delle figure più rappresentative della Serie A, il presidente del Milan, Paolo Scaroni, offre una visione privilegiata sulle dinamiche e gli sviluppi futuri del mondo calcistico a livello nazionale e internazionale.
Nel suo recente intervento a Roma, in occasione dello “Sport Industry Talk” organizzato dalla RCS Academy, Scaroni ha condiviso riflessioni che spaziano dal progetto di un nuovo stadio per il Milan e l’Inter, all’impatto delle proprietà straniere sulla gestione dei club italiani. Un viaggio nel futuro del calcio, che affonda le radici in cambiamenti già in atto e in strategie di lungo termine.
Un nuovo stadio per il futuro
Il cuore del progetto Milan e Inter batte forte per la costruzione di un nuovo impianto che possa ospitare le ambizioni dei due gloriosi club di Milano. Paolo Scaroni esprime un cauto ottimismo sulla possibilità di rimanere a San Siro, pur sottolineando le difficoltà del percorso e mantenendo aperte le porte a eventuali alternative, come l’area di San Donato. L’idea di un nuovo stadio a San Siro affianco all’attuale “Meazza” e di rivitalizzare questo ultimo in un centro di attività sportive e commerciali sottolinea una visione di futuro che va oltre il semplice concetto di impianto sportivo, ambendo a fare del nuovo stadio il “più bello d’Europa”.
L’impatto delle proprietà straniere
Il passaggio di testimone dalla gestione Elliott a quella di RedBird ha segnato una svolta nella strategia di gestione del Milan. Scaroni, con un passato professionale lontano dal calcio, ha condiviso le sue esperienze sotto due differenti proprietà, sottolineando il cambiamento di rotta con l’arrivo di RedBird. Quest’ultima si presenta come un investitore più strategico, inserito in una visione d’insieme che mira a integrare il Milan in un contesto più ampio di investimenti nel mondo dello sport. La differenza sostanziale tra le due gestioni risiede nell’approccio e nelle competenze apportate da RedBird, con un occhio di riguardo verso possibili evoluzioni del mondo del calcio verso modelli di gestione più simili a quelli americani, come suggerisce anche lo stesso Scaroni. Il presidente rossonero ha infatti affermato: “Ho avuto due proprietà: una come Elliott che il Milan se l’è trovato, aveva fatto un prestito a questo pittoresco imprenditore che non ha ripagato il prestito. È stato un azionista inconsapevole, lo ha gestito da hedge fund: ha scelto un ad che arrivava dal calcio, ha messo me come presidente perché pensavano conoscessi l’Italia e se ne sono abbastanza disinteressati. “RedBird è un investitore più strategico, il Milan se l’è cercato, lo ha pagato il prezzo giusto e lo ha inserito in una strategia di investimenti nel mondo dello sport”.
Tra tradizione e innovazione
Il dibattito sul futuro dello stadio e l’evoluzione gestionale del Milan sotto l’egida di proprietà straniere si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul calcio italiano. Affrontare le sfide economiche, strutturali e di immagine rimane prioritario per club storici come il Milan, in bilico tra il mantenimento di una forte identità storica e la ricerca di una nuova via per assicurare competitività e sostenibilità nel lungo termine. L’esempio del Milan, con i suoi progetti ambiziosi e la sua apertura verso modelli di gestione innovativi, potrebbe segnare una direzione interessante per l’intero panorama calcistico italiano.
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