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Condò: “Credo che questo sia l’ultimo anno di Pioli, il discorso di Ibra è molto delicato, lo vedo come allenatore o A. D.”

L’opinionista Paolo Condò analizza gli effetti positivi e negativi che potrebbe produrre l’ingresso dello svedese in società.
Paolo Condò a MilanNews si interroga su quello che potrà produrre l’ingresso di Ibrahimovic come dirigente in rapporto alla figura di Stefano Pioli. “Secondo me il discorso è abbastanza complicato. Credo che questa sarà l’ultima stagione di Pioli: siamo al quinto campionato e per carità, esistono i casi come Sir Alex Ferguson che stanno nel club venticinque anni, ma sono storie diverse. In Italia cinque anni nello stesso club, soprattutto se è un grande club, sono un record. Non mi accodo assolutamente al coro di quelli che lo vorrebbero mandare via adesso, perché Pioli ha fatto delle bellissime cose in questo suo tratto milanista, tra uno scudetto – inatteso – e una semifinale di Champions. Ma secondo me questa sarà la sua ultima stagione, dopodiché dovrà essere scelto, in primavera, l’allenatore per il prossimo quinquennio e quello è un momento nel quale una figura come Ibrahimovic può risultare molto preziosa, come consigliere di Cardinale o Furlani”.

La funzione dell’ex attaccante
“Quello sarà il momento in cui sarà prezioso avere il parere di un grande intenditore di calcio. Il Milan ha sempre avuto, negli ultimi trenta o quarant’anni, da Ariedo Braida ad Adriano Galliani e poi Paolo Maldini, delle figure che conoscono molto bene il calcio, cosa che non si può dire dell’attuale dirigenza e a questo proposito chiunque conosca un po’ le cose nel Milan, quando venne mandato via Maldini, Furlani disse ‘Il suo posto verrà preso da Franco Baresi’, ma noi sappiamo benissimo che Baresi ha altre caratteristiche. È un monumento del calcio italiano, e rossonero in particolare, ma ha altre caratteristiche che non quella dell’uomo di campo, che ti sta tutto il giorno a Milanello e così via. Una figura così ci vuole e probabilmente Ibrahimovic è la migliore figura che esista in questo momento, considerandolo sempre parte dell’universo rossonero. D’altra parte Ibrahimovic è una persona molto ambiziosa, lo è sempre stata, e quindi io penso che Ibrahimovic inizierà a fare il suo lavoro e dopodiché in una delle due direzioni si dovrà evolvere: o nella direzione tecnica, o nella direzione dirigenziale. Tu ti prendi Ibrahimovic e hai un “top”, ma tu sai benissimo che un “top” non è che li possa tenere a lungo incasellati a fare una cosa che è troppo piccola per quelle che sono le loro capacità. E quindi, in questo senso, Ibrahimovic me lo vedo in un futuro allenatore del Milan, se decidesse di prendere quella strada, o amministratore delegato del Milan, se decidesse di prendere l’altra.”
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