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Che fine ha fatto Robinho? Una brutta fine…
Che fine ha fatto Robinho? Una brutta fine… Dagli anni d’oro al Milan ad un epilogo davvero inaspettato per tutti.
Il 31 agosto 2010 Robinho, uno dei calciatori più promettenti della sua generazione, viene acquistato dal Milan per 18 milioni di euro, con la mediazione dell’agente Mino Raiola. Il suo trasferimento segna l’inizio di una nuova fase della sua carriera, che lo vedrà calcare i campi della Serie A, uno dei campionati più prestigiosi d’Europa. L’accordo con i rossoneri prevede un contratto quadriennale, con un ingaggio di 4 milioni di euro netti a stagione.
L’approdo a Milano non è solo un grande passo per il calciatore, ma anche un’opportunità per integrarsi in un ambiente familiare: nel Milan infatti giocano già diversi brasiliani, tra cui Alexandre Pato, Ronaldinho e Thiago Silva. Robinho è subito ben accolto, anche se il suo esordio in maglia rossonera arriva in una sfortunata partita contro il Cesena, persa 2-0. Subentra al 56º minuto al posto di Ronaldinho, ma il Milan non riesce a evitare la sconfitta. Nonostante l’inizio difficile, Robinho si rifarà rapidamente.
I successo con il Milan e il primo scudetto
Il 16 ottobre 2010 arriva il primo gol di Robinho con la maglia del Milan, un preciso colpo di testa che fissa il risultato finale di 3-1 contro il Chievo a San Siro. Questo è solo l’inizio di una stagione che vedrà Robinho diventare una pedina fondamentale per il Milan. Il 12 febbraio 2011, durante una partita casalinga contro il Parma, segna la sua prima doppietta, mettendo a segno due gol in pochi minuti grazie agli assist di Antonio Cassano. Grazie a queste prestazioni, diventa uno dei protagonisti di quella che si rivelerà una stagione di grandi successi per il Milan- Robinho è determinante nella vittoria del campionato, con 14 gol in Serie A, risultando il miglior marcatore rossonero insieme a Zlatan Ibrahimović e Alexandre Pato. La sua presenza in campo, con 45 partite disputate, lo rende anche il giocatore più impiegato della stagione.
La fine al Milan e l’inizio dell’incubo
Nel luglio del 2013, Robinho rinnova il suo contratto con il Milan fino al 2016, confermando la sua volontà di rimanere in rossonero per altri anni. Nonostante un buon inizio di stagione, il calciatore inizia a manifestare segni di difficoltà. La stagione 2013-2014 si rivela meno brillante per lui, con solo 5 gol segnati in totale, di cui 3 in campionato e 1 in Champions League contro il Barcellona. La sua carriera, che sembrava destinata a crescere ulteriormente, è segnata da un progressivo calo. Nonostante le difficoltà sul campo, nessuno avrebbe potuto immaginare che Robinho stesse per affrontare una delle prove più dure della sua vita, ben lontano dai riflettori e dai campi da gioco. Le ultime feste di Natale Robinho le ha passate nel carcere P2 Dr. José Augusto César Salgado, a Tremembè, un istituto di detenzione situato nello stato di San Paolo. L’ex calciatore brasiliano si trova in questo carcere dal marzo scorso, dopo essere stato arrestato dalle autorità brasiliane. La sua detenzione è il risultato della condanna a nove anni di carcere inflittagli in Italia per violenza sessuale, relativa a uno stupro di gruppo avvenuto nel 2013, quando Robinho era ancora un giocatore del Milan. Dopo anni di tentennamenti, le autorità hanno finalmente eseguito l’arresto, e l’ex sportivo si è ritrovato a scontare la sua pena in un istituto penitenziario noto per ospitare personaggi di rilievo, come politici e medici coinvolti in crimini di grande impatto mediatico.
La vita quotidiana in carcere
Nel carcere P2, Robinho trascorre le sue giornate in attività che vanno oltre la semplice detenzione. Secondo quanto riportato dal giornalista brasiliano Ullisses Campbell, l’ex calciatore si dedica all’apprendimento di mestieri come la riparazione di tv e altri elettrodomestici. Inoltre, partecipa a un programma di distribuzione di libri ai detenuti, un’iniziativa che cerca di migliorare la loro condizione. Robinho condivide la sua cella con altri criminali noti, come il medico Roger Abdelmassih, condannato per aver abusato di 39 pazienti sedate, e Lindemberg Alves, un uomo che ha rapito e ucciso una 15enne.
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Un “Tinder” artigianale e la speranza di libertà
Nel carcere, oltre alle attività quotidiane, si sarebbe sviluppata una sorta di “Tinder” artigianale, in cui i detenuti scambiano foto e descrizioni per organizzare incontri con i detenuti del penitenziario femminile, situato a soli 5 km di distanza. Le celle, che variano dai 8 ai 15 metri quadri, sono il contesto in cui Robinho e gli altri detenuti trascorrono le loro giornate. Nonostante la speranza di una liberazione anticipata, la richiesta di libertà vigilata di Robinho è stata respinta in appello. Inoltre, gli è stato negato il permesso di tornare a casa per le festività natalizie. La sua nuova vita, per ora, è quella di un detenuto in un “carcere dei famosi”.
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