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Milan: il tetto ingaggi ora potrebbe essere un problema

Casa Milan

Il tetto ingaggi fissato a 4.5 milioni di euro potrebbe non essere più sostenibile per trattenere i big in rosa e attirarne di altri.

Al momento si discute molto su quale sarà il percorso per il futuro del Milan sotto i nuovi proprietari RedBird Capital e quali saranno le loro ambizioni per la squadra, ovvero il livello di rosa che vuole schierare e i costi che sono disposti a sostenere per aiutare a crescere il club.Le basi di questo ragionamento iniziano nel 2018, quando Elliott Management prese il controllo del club dopo un periodo grandissima difficoltò sotto Yonghong Li, per quanto riguarda i costi della squadra e in particolare gli stipendi dei giocatori.

Gordon Singer

Una volta che il fondo americano è divenuto il proprietario del club, ha intrapreso una politica di tagli eliminando i costi inutili, e da allora anche il il budget salariale è stato fortemente ridimensionato. Elliott ridotto drasticamente le spese negli ultimi anni creando una sorta di circolo virtuoso, e in questo contesto il Milan ha visto il proprio budget salariale scendere dai 150 milioni lordi del 2018-19 a circa 100 milioni della scorsa stagione (dopo la finestra di gennaio ).

Rispetto alle squadre italiane, il monte ingaggi del Napoli è stato di 110 milioni di euro, quello dell’Inter di circa 130 milioni di euro mentre la Juventus si è distinta soprattutto con 172 milioni di euro lordi, il che significa che il Milan era comodamente l’ultimo degli attuali primi quattro. Guardando ad altre squadre in Europa, il Bayern, capolista della Bundesliga, aveva un monte ingaggi di 192 milioni di euro, il PSG era a 470 milioni di euro, il Manchester City a 258 milioni di euro e infine il Real Madrid ha pagato 401 milioni di euro di stipendi lordi per il 2021-22.

Rafael Leao

La visione strategica e di costruzione della rosa ha reso possibile tutto questo: puntare fortemente sull’ingaggio di giovani giocatori con un alto potenziale e dal costo non elevato e con salari relativamente bassi, e profili di grande esperienza come Zlatan Ibrahimovic, Olivier Giroud, Simon Kjaer e Alessandro Florenzi.

Tuttavia, Elliott Management (che ha ancora il controllo fino alla chiusura completa della vendita a settembre) e RedBird hanno ora un problema che sarebbe ridiscutere il tetto salariale del club.

MilanNews ha riportato che allo stato attuale lo stipendio massimo che il Milan ha scelto di pagare ai suoi giocatori ammonta a 4,5 milioni di euro netti a stagione, con la strana eccezione di Ibrahimovic.

Sembra essere una cifra abbastanza arbitraria con l’obiettivo di limitare la massa salariale complessiva, ma semplicemente non si può sfuggire all’idea che una tale politica diventi un limite quando si cerca di fare quel passo successivo, per colmare il divario con i top club europei.

Quando quei giocatori che sono stati ingaggiati grazie al loro talento, come Leao, Tonali, Theo, Tomori, ora si sono affermati come top player, si aspettano di essere pagati come tali, specialmente quando i loro agenti ottengono l’interesse di altri top club che possono offrire loro uno stipendio più alto.

C’è un compromesso da trovare, naturalmente, perché modificare il budget salariale tenendo Gianluigi Donnarumma e accettarele richieste dell’ormai defunto Mino Raiola sarebbe stato un passo troppo avanti, ma poi giocatori come Hakan Calhanoglu, a prescindere da cosa si pensi alle sue capacità di giocatore, gli è stato permesso di andare via per 500.000 euro all’anno im più.

Mentre Franck Kessie parte per una nuova avventura a Barcellona, ​​c’è un’altra questione molto spinosa che il Milan dovrà affrontare presto ed è il rinnovo di Rafael Leao. Diverse indiscrezioni hanno riportato come il Milan abbia offerto 4,5 milioni netti a stagione all’esterno portoghese e al suo entourage – quindi in linea con il tetto ingaggi– ma le richieste sono ben oltre, 6-7 milioni all’anno.

Il Milan deve prendere una decisione e rispondere alla seguente domanda: per un giocatore dell’importanza e delle potenzialità di Leao, vale la pena andare oltre quel limite? La logica dice di sì, perché uno scenario significa che i rossoneri manterrebbero in rosa il talento e manderebbero un segnale sulla serietà del loro progetto, mentre l’altro prevede una potenziale vendita la prossima estate per evitare il rischio di perdere gratuitamente un altro giocatore.

Leao però non è un caso isolato, va detto. Ci sono altri giocatori all’interno della rosa a cui è dovuto un meritato aumento di stipendio e potrebbero altrimenti iniziare ad attirare l’interesse dall’estero. Fikayo Tomori è stato potenzialmente il miglior difensore centrale della Serie A dal suo arrivo, e i club della Premier League potrebbero interessarsi , quindi è necessario presentare una proposta di rinnovo adeguata.

Anche Ismael Bennacer e Pierre Kalulu sono giocatori a cui si applica il medesimo ragionamento, e la stessa nozione è anche un fattore quando si negoziano gli acquisti. Per attirare giocatori e quindi aumentare il livello della rosa, è necessario fare sacrifici poiché il panorama globale del calcio accelera sempre di più verso un’inflazione degli stipendi.

Il Milan è stato bravo a scoprire talenti nel recente passato, ma il problema è che le big europee possono offrire ingaggi molto superiori e spesso hanno a disposizione maggiori risorse economiche. Sven Botman è andato al Newcastle United perché lo hanno convinto con un’offerta superiore, mentre Renato Sanches potrebbe passare al PSG per guadagnare 1-1,5 milioni di euro in più all’anno e Charles De Ketelaere potrebbe ancora essere influenzato dal Leeds se gliene verrà data la possibilità di offrirgli uno stipendio maggiore.

L’auspicio è che la proprietà sia ben consapevole di ciò che la prossima fase del progetto comporti e che veda il limite salariale interno modificato, elevato a un livello più ragionevole che sia congruente con le ambizioni di vincere ancora lo scudetto e andare oltre in Europa.

Ci sono alcune cose che potrebbero aiutare anche questo. I conti continuano a migliorare grazie ai maggiori ricavi post Covid, ma anche attraverso il rinnovo degli accordi con PUMA ed Emirates che porteranno più soldi nelle casse. Inoltre, ci sono più premi in denaro dall’UCL e più flussi di cassa significano maggiori margini da investire.

Ora la palla passa a Gerry Cardinale, che ha il compito non così semplice di aumentare la competitività della rosa, bilanciando le politiche interne e cercando di costruire una rosa competitiva entro i parametri della sostenibilità. Senza dubbio Paolo Maldini farà pressioni, perché saprà meglio di chiunque altro che per continuare a costruire bisogna fare dei sacrifici.


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