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Ariedo Braida a ruota libera. Retroscena su Sheva, Weah ed il suo giocatore preferito di questo Milan
L’ex storico Direttore Generale del Milan di Silvio Berlusconi torna dopo tempo a parlare e svela nuove curiosità su alcuni suoi acquisti passati alla storia. E sul Milan attuale…
Nel cuore della vita milanese, tra le luci scintillanti di una festa mista al clima natalizio dedicata ai colori del Milan, Ariedo Braida, figura iconica del calcio italiano e storico direttore sportivo del Milan, regala delle chicche di pura storia rossonera.
Le sue parole, colme di ricordi e riflessioni, hanno riportato alla luce momenti significativi di calcio vissuto, tra scoperte di talenti inaspettati e trattative complesse con uno sguardo rivolta anche verso l’attualità.
Il primo incontro con Sheva
La carriera di Andriy Shevchenko al Milan è segnata da un preludio meno conosciuto, un episodio che illumina la fase di scouting che precedette il suo arrivo in rossonero. La prima occhiata a quello che sarebbe diventato uno degli attaccanti più celebri del calcio mondiale non avvenne, come molti potrebbero pensare, durante una delle sue partite con la Dinamo Kiev, ma in Francia, grazie all’intuito di Andrea Valdinoci, ex allenatore delle giovanili del Milan. Questo primo impatto visivo fu fondamentale per Ariedo Braida, che, nonostante una prestazione non brillante del giocatore in una successiva osservazione a Kiev, decise insieme ad Adriano Galliani di procedere all’acquisto. In quella occasione, un gesto simbolico, la consegna di una maglia del Milan con il nome del bomber ucraino, si trasformò in un presagio futuro, con Sheva che avrebbe conquistato il Pallone d’Oro cinque anni dopo.
La trattativa Weah
Un altro frammento prezioso della storia milanista riportato alla luce da Ariedo Braida riguarda George Weah, uno degli attaccanti più iconici degli anni ’90. Il suontrasferimento al Milan non fu solo il frutto di una semplice e lineare trattativa ma il culmine di una negoziazione complessa in cui l’attaccante liberiano dimostrò un’inusuale generosità. Rinunciando a due miliardi di lire, Weah agevolò personalmente il suo trasferimento al club rossonero; un gesto che sottolineó, come confermato da Braida, la sua determinazione nel volere trasferirsi a Milano e l’alta stima verso la società rossonera. Braida, con un tocco di nostalgia e riconoscenza, ricorda questo episodio come esemplificativo della passione e dell’impegno che caratterizzano il mondo del calcio.
Un talento del Milan attuale
Braida chiude con un’analogia tra Christian Pulisic, gioiello del Milan attuale, e le figure di Alexandre Pato e Roberto Donadoni, calciatori che hanno segnato epoche differenti nella storia vincente del Milan. Braida, da grande conoscitore, coglie le sfumature tecniche e stilistiche dei giocatori al volo e vede un’affinità tra le caratteristiche e le movenze dell’americano e quelle dei due rossoneri del passato. Sebbene l’evoluzione del calcio renda complesse le comparazioni dirette, è innegabile che Pulisic possegga caratteristiche che richiamano la velocità e l’intuizione di Pato e la capacità di movimento e l’equilibrio di Donadoni e, se lo dice un dirigente storicamente vincente e dall’enorme esperienza come Ariedo Braida c’è da credergli.
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