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Un nuovo ricorso al Tar potrebbe influire sulla vendita dello stadio San Siro

Paolo Scaroni in giacca e cravatta allo stadio di Monza durante la partita del Milan

Nuovi sviluppi legali sul futuro dello Stadio San Siro: il ricorso al TAR e le possibili conseguenze per Inter e Milan.

L’evoluzione della vicenda legata allo Stadio San Siro continua a tenere banco tra le questioni più discusse nel calcio italiano. Il famoso impianto, che rappresenta un simbolo per tifosi e appassionati, è al centro di un nuovo ricorso legale che potrebbe influenzare significativamente il progetto di vendita e riqualificazione. Il comitato “Sì Meazza”, insieme ad altri gruppi locali, ha presentato un’azione legale per contestare la vendita dello stadio, sostenendo che il vincolo architettonico, dato il trascorrere dei 70 anni, sia già in vigore.

Il vincolo architettonico e le sue implicazioni per la vendita dello stadio

Il ricorso al TAR della Lombardia presentato dal comitato “Sì Meazza” si basa sulla convinzione che il vincolo architettonico sul secondo anello del San Siro sia già operativo. Secondo quanto riportato da Il Giorno, la data indicata dalla Soprintendenza per l’inizio del vincolo, fissata per il 10 novembre 2025, sarebbe errata. Gli oppositori sostengono che lo stadio fosse già in uso dalla fine del 1954, il che significherebbe che il vincolo architettonico è già attivo. La questione è di grande rilevanza poiché, se confermata, limiterebbe la capacità di Inter e Milan di acquistare parti dello stadio, restringendo la vendita al solo 23,15% del secondo anello non ancora vincolato.

Richieste e possibili scenari futuri per San Siro

Il ricorso chiede di “sospendere in via cautelare” le delibere comunali e il parere della soprintendenza, proponendo di sollevare una questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta. Tale richiesta mira a ottenere un chiarimento definitivo dalla soprintendenza e dal ministero per i Beni culturali. Se il vincolo venisse confermato, Inter e Milan potrebbero trovarsi costretti a rivedere i loro piani per lo stadio. Questo scenario potrebbe portare a una ridefinizione delle strategie di investimento e sviluppo delle due società, che potrebbero essere obbligate a considerare alternative per il futuro delle loro strutture sportive.

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