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Con Tare è già ai ferri corti: addio definitivo al Milan

Nel calcio, ogni ciclo che si chiude apre la porta a nuove rivoluzioni. E in casa Milan la parola “rifondazione” è ormai divenuta un mantra.
La stagione 2024/25 ha disatteso tutte le aspettative, con una squadra incapace di competere ad alti livelli né in campionato né nelle coppe. L’illusione iniziale, legata alla vittoria della Supercoppa Italiana, si è rivelata un fuoco di paglia. Ora, a una giornata dal termine, il club guarda al futuro con la necessità di intervenire in profondità, a partire dall’area tecnica. Il nodo più urgente da sciogliere riguarda il ruolo di direttore sportivo.
Dopo mesi di incertezza e nomi circolati senza conferme, sembra prendere forma una pista concreta: quella che porta a Igli Tare. L’ex dirigente della Lazio, fermo da due anni, ha già avuto contatti con la dirigenza rossonera, e anche se non è ancora ufficiale, il suo arrivo appare imminente. Tare è un nome che divide: c’è chi lo considera un dirigente esperto e visionario, capace di scoprire talenti e gestire pressioni, e chi teme che possa rivelarsi un azzardo. Di certo, il Milan ha bisogno di un uomo forte al comando del mercato, ma anche di una figura in grado di rapportarsi con il nuovo allenatore. Ed è proprio qui che le cose si complicano.
Tare al Milan, porte chiuse per Maurizio Sarri
Tra i profili valutati per la panchina del dopo Conceicao c’era anche quello di Maurizio Sarri. L’ex tecnico di Napoli, Juventus e Lazio rappresentava un’ipotesi affascinante per rilanciare il Milan con un progetto tecnico ambizioso. Ma a far tramontare rapidamente questa pista è stato proprio l’avvicinamento di Igli Tare alla società rossonera. I due, infatti, non hanno mai avuto un buon rapporto ai tempi della Lazio. Una convivenza difficile, fatta di tensioni e divergenze di vedute, che oggi rendono impossibile una nuova collaborazione.

L’arrivo di Tare, dunque, esclude Sarri dalla corsa alla panchina milanista. E questo nonostante le indiscrezioni che volevano il tecnico toscano come uno dei principali obiettivi della dirigenza. Il Milan dovrà ora guardare altrove, alla ricerca di un allenatore disposto a collaborare con l’ex ds biancoceleste. Una scelta strategica, ma anche personale, che rischia di influenzare profondamente il futuro tecnico del club. Intanto, la situazione resta fluida. Il club ha sondato altri profili, tra cui Antonio Conte, Massimiliano Allegri e Vincenzo Italiano, ma ognuno presenta ostacoli diversi. L’arrivo di Tare non risolve tutto, ma di certo chiude definitivamente la porta a Sarri. Un epilogo che sa di occasione mancata, almeno per chi immaginava un Milan più sarriano e meno “aziendalista”.
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