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Milan, parla Furlani a 360 gradi. L’opportunità Milan, Maldini e le minacce per Tonali

L’AD rossonero alla Harvard Business School apre una finestra su tutta quella che è stata fino ad ora la sua esperienza al Milan con molti dettagli sconosciuti fin’ora.
Nel contesto dell’evoluzione del calcio moderno, il percorso di rinascita e crescita professionale e finanziaria del Milan sotto la nuova gestione diventa un caso di studio, rivelato in dettagli sorprendenti e intimi da Giorgio Furlani, attuale amministratore delegato del club, intervistato dalla prestigiosa Harvard Business School.
Questa narrazione offre uno spaccato unico sull’intreccio tra finanza, passione e strategia nel mondo dello sport di alto livello con una serie di dettagli inediti sui protagonisti.
Cambiamento radicale
La presa in gestione del Milan da parte del fondo Elliott, con il conseguente passaggio di proprietà a RedBird, rappresenta una svolta significativa nella storia del club. La precedente gestione cinese viene così definita da Giorgio Furlani: “Dire che il Milan è stato mal gestito è offensivo per le aziende mal gestite: non è stato gestito affatto“. Furlani stesso, la cui carriera si snoda tra la finanza ed ora il calcio, sottolinea come Elliott non avesse ambizioni dirette nella gestione sportiva, ma mirasse principalmente a sanare le finanze del club. La strategia di Elliott, incentrata sulla sostenibilità finanziaria, si è poi trasformata sotto la guida di RedBird, che punta a bilanciare successo sportivo e crescita commerciale.
Una nuova era
La decisione di separarsi da figure iconiche come Paolo Maldini, nonostante le polemiche e le criticità, è stata guidata dalla necessità di allineare il club alla nuova visione portata da Gerry Cardinale e RedBird: “È stata una decisione storica quella di lasciarlo andare, per quello che ha significato per il club e per la sua autorevolezza. Ma se volevamo realizzare la visione che Gerry aveva per il club dovevamo cambiare e andare avanti “. Furlani evidenzia quindi che, per realizzare gli ambiziosi obiettivi posti, era necessario un rinnovamento, anche a costo di scelte difficili e dolorose. Questo cambio di rotta mirava a proiettare il Milan in una nuova era gestionale, sia in campo che fuori.
Pressioni e minacce
Gestire un club di calcio di livello mondiale comporta non solo sfide finanziarie e sportive, ma anche l’esposizione ad una pressione mediatica e sociale costante. Giorgio Furlani racconta come il suo attuale ruolo comporti confrontarsi con momenti di dura critica, arrivando persino a ricevere minacce di morte, come nel caso della vendita di Tonali: “Ho capito che non c’è modo di sfuggire a quello che dicono in televisione o scrivono sui giornali. Ti colpisce davvero nei giorni negativi. E poi ci sono giorni ancora peggiori, come quando ricevo minacce di morte, per esempio quando abbiamo venduto Tonali. È in quei momenti che ho pensato: ‘Okay, queste cose non te le insegnano alla Harvard Business School“.

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