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Milan, Cardinale vuole vincere a modo suo e attacca l’Inter. L’intervista

In uno studio dell’Harvard Business School dedicato al Milan “americano” il patron Gerry Cardinale spiega le linee guida del suo modello calcistico Milan. E non risparmia sorprese e frecciatine.
Nel panorama sempre più globalizzato del calcio internazionale, emergono visioni imprenditoriali che cercano di coniugare successo sportivo e stabilità economica. è il caso di Gerry Cardinale, capofila si RedBird, che ha recentemente condiviso il proprio approccio alla gestione del Milan in uno studio dell’Harvard Business School.
Da qui emerge non solo un modello di business distinto ma anche un confronto con metodologie passate e rivalità presenti, riflettendo una visione del calcio che va oltre il semplice risultato sul campo, mirando alla sostenibilità e all’innovazione.
Cambiamenti e strategie all’avanguardia
La gestione RedBird ha portato a scelte significative nel management e nella strategia del Milan, evidenziando uno stacco con il passato, come confermato dall’addio a figure chiave come Paolo Maldini. Queste decisioni riflettono una volontà di rinnovamento e adozione di metodi gestionali e strategici non convenzionali, mirati a un progresso costante e sostenibile secondo Cardinale. L’ingaggio di personalità come Zlatan Ibrahimovic ha questa logica: “Non è una vetrina, non sono un proprietario innamorato delle celebrità. Anzi, l’opposto. Ma con Zlatan volevo affermare che faremo le cose in modo diverso“. Cardinale espone inoltre la logica dietro la vendita di Sandro Tonali: “Non l’abbiamo ceduto per necessità, ma per opportunità a 70 milioni e comprando poi sei giocatori“.
Verso il futuro: infrastrutture e identità
Un aspetto chiave per lo sviluppo futuro del Milan riguarda le infrastrutture, con il desiderio di Cardinale di realizzare uno stadio all’avanguardia, benché si scontri con ostacoli burocratici. Ecco le sue parole: “Mi piacerebbe costruirne uno da 70mila posti, ma non stiamo ricevendo molto aiuto dal Comune“. Questo progetto si colloca all’interno di una visione ambiziosa che vuole consolidare il Milan non solo come potenza sportiva ma come brand globale di riferimento nel mondo del calcio. Anche in questo, il contrasto con il passato è netto: l’era Berlusconi, sebbene ricca di successi, è vista come un modello ormai inapplicabile, non replicabile nelle attuali condizioni del calcio internazionale.

Successo sostenibile
Questo confronto tra la gestione RedBird e le precedenti epoche del Milan evidenzia una trasformazione profonda non solo in termini di strategie e obiettivi ma anche di mentalità. Traspare dall’intervista come Gerry Cardinale ed il suo team vogliano dimostrare che è possibile aspirare al successo mantenendo un rigido controllo finanziario e una visione a lungo termine e lo stesso Cardinale, da contraltare porta l’esempio dei rivali cittadini dell’Inter: “Vincere trofei è naturalmente un obiettivo importante, ma lo devi fare in modo intelligente. L’Inter ha vinto l’ultimo scudetto e poi è andata in bancarotta (il riferimento è a Suning): è davvero questo la strada da seguire?“.
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