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“Milan di Sacchi e Capello come i Napoli di Spalletti e Conte”, l’ha detto davvero: è polemica
Il paragone sta facendo davvero discutere. Milan si Sacchi e Capello come i Napoli di Spalletti e Conte: nuova polemica servita.
Nel vibrante mondo del calcio italiano, storie di strategie vincenti e di campioni che hanno lasciato un segno indelebile nelle cronache sportive non mancano. E ciò che continua a suscitare interesse e discussioni tra gli appassionati sono le comparazioni tra le squadre che hanno fatto la storia e quelle che oggi si ritrovano a calcare gli stessi palcoscenici, ma con sfide completamente diverse.
C’è qualcuno che recentemente ha lanciato un paragone che ha riacceso il dibattito tra epoche calcistiche: la contrapposizione tra il Milan degli inizi degli anni ’90, guidato prima da Arrigo Sacchi e poi da Fabio Capello, e l’attuale Napoli, prima sotto la guida di Luciano Spalletti e ora di Antonio Conte.
Il momento del Milan
Troppo sbalzi di rendimento per il Milan per poter avere una classifica migliore del settimo posto. La notte di Madrid aveva fatto sperare, forse illudere, i tifosi del Milan che i problemi fossero stati definitivamente superati. Nei fatti non è stato così e la trasferta di Cagliari ha riaperto il dibattito in casa Milan. Ancora un passo indietro, così come evidenziato anche dallo stesso Paulo Fonseca al termine della gara dell’Unipol Domus sarda. La sosta arriva forse al momento giusto per ricaricare le batterie e ritrovare quella concentrazione che spesso è apparsa come limite per il raggiungimento del risultato. Al rientro dalla sosta ci sarò infatti la Juventus, una partita che può segnare un punto di svolta o, purtroppo, di crisi.
Il Milan di Sacchi e Capello: un’eredità di successo
Paolo Ziliani ha fatto una lunga analisi sul Napoli, mettendo in paragone la squadra dell’ex ct azzurro con alcuni suoi predecessori in panchina, sponda Napoli e non solo, che ha alimentato molta polemica. In particolare ha sottolineato che negli anni ’90, il Milan visse uno dei suoi periodi più gloriosi. Con Arrigo Sacchi prima e Fabio Capello dopo, il club rossonero non solo si confermò a livello nazionale, ma divenne una potenza riconosciuta anche oltre i confini italiani. Il cambio di testimone tra Sacchi e Capello portò a uno stile di gioco che, sebbene meno spettacolare, risultò incredibilmente efficace. La stagione 1993-94 vide il Milan di Capello conquistare lo scudetto segnando solamente 36 gol, con una media di 1.05 gol a partita. Nonostante un attacco meno prolifero rispetto alla Juventus seconda classificata, con i suoi 58 gol, il Milan seppe essere “diversamente superiore”, terminando il campionato con tre punti di vantaggio sulla Vecchia Signora. Il confronto si sposta poi sull’attuale scenario calcistico, con il Napoli che, sotto la guida di Antonio Conte, ha mostrato di saper essere altrettanto pragmatico e concreto quanto il Milan di Capello, pur in un contesto e con giocatori differenti. Dopo un’avventura entusiasmante con Luciano Spalletti, caratterizzata da giocate spettacolari e risultati importanti, l’arrivo di Conte ha segnato una svolta verso un approccio pragmatico e tatticamente impeccabile. Ha affermato infatti che “il Milan di Capello stava al Milan di Sacchi come oggi il Napoli di Conte sta al Napoli di Spalletti. Concreti, pragmatici e senza fronzoli i primi, emozionanti, spettacolari e luccicanti i secondi”.
Tra passato e presente: lo sport che evolve
Quello che emerge dal paragone di Ziliani è un quadro del calcio che, pur nelle sue evoluzioni tattiche e nella variazione degli interpreti, conserva una continuità basata sulla ricerca della vittoria, sull’importanza della strategia e sulla capacità di adatta mento. Se da una parte la nostalgia per il calcio di un tempo è comprensibile, dall’altra l’ammirazione per le squadre che oggi riescono a eccellere conferma che l’essenza dello sport è immutata nel suo spirito competitivo e nella sua capacità di emozionare e coinvolgere.
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